Dopo la vittoria alle primarie

L'inner circle di Schlein: tutti gli uomini e le donne della nuova segretaria Pd

Il ruolo di vicesegretario e quelli di capogruppo. L'attesa per i nomi in segreteria

Marianna Rizzini

I "bolognesi", gli ex di Articolo 1, le deputate-pilastro della mozione, gli ex ministri e i numi tutelari (da Franceschini a Zingaretti). Per capire chi sono i fidatissimi di Elly basta guardare agli abbracci del dopo vittoria: da Zan a Braga, da Di Biase a Boccia

“Non basto io, ciascuna o ciascuno di noi ci metterà un pezzo di sé”, ha detto la neosegretaria Pd Elly Schlein la notte della vittoria, mettendo sempre per prime le donne anche nelle desinenze, come per ricordare il mantra della sua mozione (“leadership femminile e femminista”) al nuovo Pd rigenerabile con futuro tesseramento (da aprirsi il prima possibile, ha auspicato Schlein durante il passaggio consegne con Enrico Letta). Ma il non bastare e non bastarsi, a livello meno teorico, vuol dire circondarsi delle persone che nella campagna per la segreteria erano per Schlein in prima linea. Ed è stato infatti così che il cerchio magico di Elly (“inner circle!”, corregge inorridito un deputato schleiniano) si è reso plasticamente visibile nelle ore precedenti alla proclamazione dei risultati, nella sequela di abbracci prioritari della quasi-segretaria che entrava alla Spazio Diamante, il teatro in via Prenestina dove dirigenti e attivisti attendevano i risultati, già con dati sostanziosi dalla sua parte.

Ecco l’abbraccio con Chiara Braga, deputata e responsabile nazionale delle iniziative politiche della mozione Schlein, ora messa in cima alla lista dei papabili per il ruolo di capogruppo alla Camera in caso di passo indietro di Debora Serracchiani, assieme alle colleghe parlamentari Chiara Gribaudo e Michela Di Biase. Tutte e tre considerate anche nomi-chiave per la futura segreteria, la cui mappa sarà chiara il 12 marzo, giorno in cui l’assemblea Pd proclamerà Schlein ufficialmente segretaria e in cui si voterà il nuovo organigramma. E infatti, pochi passi oltre Braga, la notte della vittoria, la geografia degli abbracci premiava proprio Di Biase, pilastro della mozione nella capitale. Una delle prime ad arrivare allo Spazio Diamante, Di Biase è la figura cui guardavano, alla vigilia, coloro che cercavano di capire quanti voti avessero portato a Schlein lei, l’ex ministro della Cultura e suo marito Dario Franceschini e l’ex governatore laziale Nicola Zingaretti.

Oltre ai due suddetti abbracci, si stagliava quello con il deputato padovano Alessandro Zan, già icona della lotta per i diritti, visto il percorso del ddl che portava il suo nome, e già in pole position per un ruolo di spicco (anche per quello di vicesegretario con delega tematica su questi argomenti). Poi un sorriso, quello di Schlein al deputato Marco Furfaro, colui che viene dato per possibile coordinatore della nuova segretaria. Indizio: è stato Furfaro, già paladino della mozione, a fornire notizie inequivocabili quando il risultato finale delle primarie era ancora incerto. “Parla Furfaro”, annunciava lo staff di Schlein, dando all’uomo un certo peso preventivo. Peso che pure viene conferito all’ex ministro Francesco Boccia, possibile nuovo capogruppo in Senato (in caso di eventuale passo indietro di Simona Malpezzi). Boccia, che della mozione Schlein è stato uno dei demiurghi, si aggirava per lo Spazio Diamante visibilmente sollevato, come pure Antonio Misiani, punto di riferimento della mozione per i temi economici (e in quanto tale “prenotato” per la segreteria).

Anche l’ex ministro Peppe Provenzano, altro nome-chiave della campagna schleiniana, ricorre nei pronostici per alti ruoli parlamentari e non, come pure il deputato campano Marco Sarracino. Altri posti in via di definizione, quelli per l’ex sardina Mattia Santori e per il nuovo segretario regionale Pd toscano Emiliano Fossi nonché per i “rientrati” dall’esperienza di Articolo 1 Nico Stumpo, Roberta Agostini e Arturo Scotto (con Roberto Speranza e Pierluigi Bersani numi tutelari) e per la nuova eletta in assemblea Pd Jasmine Cristallo.

Sempre nel cerchio ristretto, ma tutti a Bologna, si trovano il sindaco Matteo Lepore, la consigliera comunale e segretaria del circolo Pratello Mery De Martino, il segretario della federazione provinciale Enrico Di Stasi e l’assessore comunale alla Scuola e alle Politiche Agricole Daniele Ara. Ultimi ma non ultimi, Stefania Bonaldi, ex sindaco di Crema, già coordinatrice della rete amministratori pro-Schlein, e Stefano Vaccari, responsabile nazionale dell’organizzazione del Pd (dettaglio non casuale: Vaccari è un ex fedelissimo di Bonaccini). 

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  • Marianna Rizzini
  • Marianna Rizzini è nata e cresciuta a Roma, tra il liceo Visconti e l'Università La Sapienza, assorbendo forse i tic di entrambi gli ambienti, ma più del Visconti che della Sapienza. Per fortuna l'hanno spedita per tempo a Milano, anche se poi è tornata indietro. Lavora al Foglio dai primi anni del Millennio e scrive per lo più ritratti di personaggi politici o articoli su sinistre sinistrate, Cinque Stelle e populisti del web, ma può capitare la paginata che non ti aspetti (strani individui, perfetti sconosciuti, storie improbabili, robot, film, cartoni animati). E' nata in una famiglia pazza, ma con il senno di poi neanche tanto. Vive a Trastevere, è mamma di Tea, esce volentieri, non è un asso dei fornelli.