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Il nodo

Il governo proroga di un anno le concessioni balneari. Ma il Quirinale potrebbe richiamare Meloni

Francesco Bercic

La Camera ha approvato il ddl Milleproroghe che rinvia di un anno la messa in gara, ma il Colle vuole accompagnare la firma del testo con una nota di osservazioni. Il rischio è la denuncia alla Corte di Giustizia europea che ha più volte sollecitato la Meloni alla liberalizzazione

Ieri è stato approvato alla Camera il ddl Milleproroghe, che fra le altre scadenze ha rinnovato di un anno le attuali concessioni balneari, fino al dicembre 2024. Già in serata, fonti del Quirinale facevano sapere che c'è la possibilità che il Colle accompagni la firma del testo con una nota di richiamo su questo punto: se così dovesse essere, spetterà poi al governo di Giorgia Meloni decidere se accogliere o meno l'istanza. 

La discussione sull'eventuale rinvio andava avanti da settimane: soltanto un mese fa l'Europa, tramite un portavoce della Commissione, aveva sollecitato l'Italia a mettere a gara le concessioni, basandosi sulla direttiva Bolkestein del 2006. Per le pressioni che arrivano da Bruxelles, Mattarella – che proprio ieri ha incontrato a Palermo la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen – avrebbe quindi deciso di aggiungere all'approvazione del provvedimento alcuni rilievi.

Il rischio per l'Italia, che è sotto procedura di infrazione dal 2020 per la mancata liberalizzazione delle concessioni, è infatti di incorrere in una bocciatura da parte della Corte di Giustizia europea, che si esprimerà nelle prossime settimane con una sentenza che appare dall'esito scontato. E dal momento del pronunciamento dei giudici di Lussemburgo, tutti i gestori dei lidi rischiano di diventare dei potenziali abusivi. Ma non solo: il pericolo è anche quello di acuire le tensioni con l'Europa, in un momento così delicato a livello internazionale. Un'ipotesi che il Colle vuole in ogni modo scongiurare.

Ma non sarà semplice trovare una soluzione alternativa. Il differimento è infatti difeso a gran voce da quella parte dell'esecutivo più attenta agli interessi di categoria: Forza Italia e Lega avevano non a caso approvato un emendamento ad hoc poco prima del voto nel Lazio. Non più tardi di ieri, il ministro dei Rapporti col Parlamento Luca Ciriani (FdI) dichiarava che “ci sono decine di migliaia di piccole imprese a conduzione familiare che sono l’ossatura della nostra offerta turistica, non possiamo permettere che vengano spazzate via”. Rivendicando la proroga che “serve a garantire loro nell’immediato”. Un grattacapo non da poco per il governo, in attesa di scoprire come deciderà di muoversi il Quirinale.