Dopo l'ok in Cdm

Via libera al ddl sull'autonomia. Salvini esulta, Meloni: "Governo coerente"

La bozza è stata approvata fra gli applausi. Per Meloni "si mantengono gli impegni presi". L'entusiasmo del Carroccio si scontra con la prudenza di Forza Italia: "Importante confronto in Parlamento"

Uno scroscio di applausi ha accompagnato questo pomeriggio l'approvazione del disegno di legge sull'autonomia differenziata, la misura-simbolo della Lega e soprattutto del ministro per gli Affari regionali, Roberto Calderoli. Proprio quest'ultimo non nasconde il suo entusiasmo: "È un giorno storico!", ha affermato poco dopo la ratifica. Per motivarlo, ricorre a una metafora: "L'Italia è un treno che può correre se ci sono regioni che fanno da traino e altre che aumentano la propria velocità, in una prospettiva di coesione".

Per Giorgia Meloni, “questo provvedimento dimostra ancora una volta che il governo manterrà gli impegni presi”. La presidente del Consiglio fa leva sulla “coerenza”, lasciando intendere che la ratifica di oggi rappresenti soltanto il primo passo di un più ampio progetto di riforme. Un “mandato dei cittadini” che la premier non vuole tradire.

Il primo a esultare per il via libera di oggi è stato il capo del Carroccio, Matteo Salvini: “Efficienza, merito, innovazione, lavoro, più diritti per tutti i cittadini in tutta Italia, meno scuse per i politici ladri o incapaci. Autonomia approvata in Consiglio dei ministri, altra promessa mantenuta”, ha detto in un messaggio inviato ai suoi. Alle parole di Salvini fanno eco quelle del governatore del Veneto, Luca Zaia: “Finalmente inizia il percorso verso l'autonomia, il federalismo che è una scelta di modernità”, fa sapere con un video sui canali social.

Più cauta appare la linea di Forza Italia. Dopo i silenzi sospetti di Berlusconi nelle ultime settimane, Lincia Ronzulli e Alessandro Cattaneo rimarcano l'importanza di “un confronto in Parlamento”. E sottolineano le correzioni apportate alla bozza: “È stato cancellato ogni riferimento alla spesa storica e prevista la garanzia della definizione dei diritti sociali e civici, i cosiddetti Lep”. Un “miglioramento” avvenuto “grazie alle proposte e agli emendamenti di Forza Italia”.

Le critiche dall'opposizione invece non hanno tardato ad arrivare. Piero De Luca, deputato del Pd, parla di “un colpo grave ai cittadini del mezzogiorno”. “L'unico risultato lo ha ottenuto la Lega, piantando la sua bandierina in vista delle prossime elezioni”, afferma poi alludendo alle vicine elezioni regionali. Sulla stessa linea, anche Carlo Calenda mette in risalto l'opportunismo in vista del voto: “Questa roba arriva in Parlamento fra sei mesi. Ma lo approvano di corsa e male la settimana prima delle elezioni”, scrive su Twitter il leader di azione, definendo “una presa in giro” l'esultanza del centrodestra. Il più sferzante rimane però Nicola Zingaretti: “E meno male che si chiamano Fratelli d'Italia. La patria la distruggono, non la difendono”.

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