Ansa

Sabato a Milano

Una Costituente libdem per uscire dal pantano del continuismo

Oscar Giannino

Dopo anni di fallimenti di questa destra e questa sinistra, per rispondere alle sfide globali del nostro tempo, occorre rilanciare ancor più e meglio in Italia la cultura e l’azione politica autenticamente liberale. Con lo sguardo fisso all’Europa contro ogni nazional-sovranismo populista 

Dopo trent’anni di fallimenti di questa destra e questa sinistra, rilanciare ancor più e meglio in Italia la cultura e l’azione politica autenticamente liberale. Con lo sguardo fisso all’Europa contro ogni nazional-sovranismo populista, con esplicito riferimento alla comunità di forze che è cresciuta in tutta Europa in questi anni attraverso prima l’esperienza del Partito democratico europeo (niente a che vedere col Pd nostrano) e poi dal 2019 in Renew Europe coi suoi 103 eletti al Parlamento europeo. Di questo si parla sabato a Milano all’auditorium San Fedele a via Hoepli per l’intera giornata. L’iniziativa nasce da una costituente LibDem i cui fondatori sono Giuseppe Benedetto, presidente della Fondazione Einaudi, Sandro Gozi di Renew, l’avvocato Alessandro de Nicola, presidente dell’Adam Smith Society, e a cui hanno aderito una lunga serie di associazioni della diaspora liberale italiana.

A parlarne, oltre ai fondatori, una quarantina di oratori, esponenti delle associazioni che si riconoscono nell’intento, professionisti e intellettuali come Simona Benedettini, Giammarco Brenelli, Carlo Alberto Carnevale Maffè (che presenterà una radicale proposta di raccolta fondi e trasparenza dei partiti basata su criteri di mercato, Alessandro Penati, Franco Debenedetti, Guido Gentili, Andrea Giuricin, Carlo Scognamiglio. E naturalmente i politici che sono interlocutori diretti dei valori delle libertà e del mercato, Carlo Calenda e Matteo Renzi, i cui movimenti politici sono oggi federati al Parlamento italiano, Luigi Marattin, Enrico Costa, Marco Cappato, Benedetto Della Vedova e i rappresentanti del Partito radicale e di Radicali italiani. L’intento è quello di ascoltare come la pensano tutti, a prescindere da ciò che li ha uniti o divisi alle ultime elezioni politiche italiane, di fronte a un pezzo di società civile che non si riconosce affatto in queste destra e sinistra e che ha tirato un bilancio negativo finale rispetto alla continuità che destra e sinistra hanno mantenuto nella linea dei bonus a tempo regressivi con sussidi a pioggia invece di riforme organiche della spesa pubblica, del fisco, del lavoro, del welfare e della giustizia. Mentre produttività, occupabilità, politiche attive del lavoro, ripristino dell’ascensore sociale e vera concentrazione di risorse sui dieci milioni di italiani che stanno peggio restano obiettivi totalmente mancati. E l’Italia resta un paese a maxi debito in cui destra e sinistra lamentano sempre che mancano risorse quando la spesa pubblica nel 2023 ammonterà a quasi 1.200 miliardi di euro. 

 

Non si parlerà delle elezioni regionali in Lombardia e Friuli. La domanda centrale è quella di una più forte Renew Europe in Italia alle prossime europee e poi, quando sarà, alle consultazioni italiani nazionali e locali a venire. La federazione Iv-Azione è stato un primo utile passo, compiuto all’ultimo momento utile prima delle politiche del 25 settembre scorso. Ma c’è un mare di astenuti a cui rivolgersi, non rappresentati e che non credono affatto il nazionalismo e la maxi spesa pubblica a pioggia alimentata da un prelievo fiscale sempre più distorsivo e iniquo siano la strada che consenta all’Italia di continuare a mietere successi nei mercati internazionali, né di battersi per un’estensione dei poteri e delle risorse europee per far fronte alle nuove sfide delle tecnologie avanzate, dei chip e delle materie prime con la creazione di nuovi fondi comuni e solidali continuando nell’esperienza avviata con il Next Generation EU, Sure e Mes.

Solo la via comune europea è una risposta capace di mobilitare risorse adeguate a vincere le sfide dei contrapposti protezionismi sino-americani, nessun paese europeo da solo può affrontarle contando sul rispettivo diverso spazio fiscale disponibile. Nessuna via nazionale può da sola rispondere alla sfida della sicurezza e difesa globale lanciata da Putin con l’oscena invasione dell’Ucraina, né fa fronte da sola alle sfide globali dell’indipendenza energetica e  dell’autonomia nelle tecnologie avanzate green, digitali, della microelettronica, dei nanomateriali, dell’Intelligenza artificiale, delle Life Sciences e dell’agrogenetica. Dodici punti schematici (sul sito della Costituente liberaldemocratica) sono l’ABC per un’Italia libera ed europea lanciati per discuterne con tutti coloro che interverranno. Tutti i fondatori hanno lunghe esperienze di tentativi andati a vuoto e fallimenti. Nessuno s’illude sia una cosa facile. Ma tutti sono convinti che se sono tornate potenze autoritarie che attaccano da dentro i loro confini le democrazie liberali, è ora che anche in Italia qualcuno raccolga la  sfida ed esca dal pantano del continuismo vischioso per cui a ogni elezione sembra che tutto cambi e poi tutto resta come prima aggravandosi ulteriormente.         

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