L'intervista

"Caro Pd, l'autonomia differenziata è di sinistra". Parla Giani

Gianluca De Rosa

Il governatore della Toscana invita i compagni di partito a mantenere la calma: "Non trasformiamo il dibattito in uno scontro ideologico nord-sud. Se la maggioranza coinvolge anche le opposizioni il Parlamento può arrivare a un testo equilibrato"

“E’ un valore della sinistra non centralizzare nello stato i poteri, ritengo che l’autonomia differenziata sia un concetto che, se ben impostato, valorizza l’attività delle regioni e favorisce una maggiore capacità di risposta dei territori”. Eugenio Giani, governatore dem della Toscana, chiede a tutti i suoi compagni di partito di mantenere un “atteggiamento laico”, senza “ideologizzare come fosse uno scontro tra nord e sud” il dibattito sull’autonomia differenziata. Il disegno di legge quadro presentato al governo la scorsa settimana dal ministro per gli Affari regionali, il leghista Roberto Calderoli, ha scatenato gli attacchi delle opposizioni. Pd compreso. Tra gli esponente dem più duri  anche Pina Picierno, l’eurodeputata che corre in ticket con il governatore dell’Emilia-Romagna Stefano Bonaccini. Un apparente paradosso dato che il presidente emiliano è da sempre tra gli esponenti dem favorevoli all’autonomia.

Giani rivendica che quella dell’autonomia differenziata sia fondamentalmente una “battaglia di sinistra.  “Parte – dice – da uno dei padri della cultura riformista italiana, Piero Calamandrei, che parlò di repubblica regionalista per contrapporla sia a quella centralista sia a quella federalista. Inoltre, per noi del Pd la Costituzione è una bussola, l’articolo 116, quello che prevede l’autonomia differenziata, è ancora inattuato, questo ci deve spingere a lavorare affinché lo sia al più presto, naturalmente serve un testo ben impostato”. 
Ma in concreto che benefici trarrebbero le Regioni dall’autonomia? “Faccio un paio di esempi partendo dalla mia Regione, la Toscana”, dice Giani. “Il nostro territorio ha concentrato al suo interno il 25 per cento dei beni culturali di tutta Italia, purtroppo spesso ci sono situazioni in cui manca il personale, non c’è adeguata promozione, perché la ricchezza di beni culturali all’interno di una cornice solo nazionale della promozione e della valorizzazione purtroppo non permette di lavorare bene su tutto, lascia dei buchi, sono convinto che la Regione potrebbe fare molto di più e meglio”. Non solo. “Discorso analogo per l’energia”,  prosegue il governatore. “Qui in Toscana noi dovremmo puntare sulla geotermia: una visione regionale del contratto con le aziende che gestiscono questo tipo d’energia sarebbe molto più efficace che con un contratto siglato dal ministero che conosce meno il territorio”. In sostanza ritiene Giani: “Un’autonomia differenziata ben gestita non fa altro che leggere meglio le necessità dei territori rendendo un servizio ai cittadini”. Eppure dentro il Pd in tanti continuano a vederla in modo diverso.

Può un partito avere visioni opposte su un tema così centrale? “Credo che sia così perché non è ancora stato fatto l’approfondimento necessario ed è mancato il confronto che con il nuovo segretario riusciremo a fare, in questo momento non c’è l’interlocutore che possa metterci insieme intorno a un tavolo, quando questo avverrà, sono convinto, troveremo tra una sintesi e poi c’è il problema che dicevo all’inizio…”. Ovvero?

“Non bisogna ideologizzare la questione, ma entrare nel merito. D’altronde anche nel centrodestra c’è una chiara impostazione diversa. Se Calderoli, secondo me in buona fede, è partito in fretta per dare una scossa su quest’argomento la maggiore resistenza l’ha incontrata da palazzo Chigi, questo è un argomento di per sé divisivo in tutte le forze politiche proprio perché rischia di diventare ideologico”. Il governatore della Toscana, che pur conosce le critiche più aspre al testo presentato da Calderoli (la principale riguarda la mancata definizione preventiva dei livelli essenziali delle prestazioni che dovranno essere comunque garantiti in tutte le regioni) ritiene che quella bozza possa essere comunque un punto di partenza. “Se su questo argomento il governo vuole riuscire ad arrivare alla fine coinvolgere in modo amplio il parlamento, anche partendo da quel testo. Senza commissioni speciali che in questo paese servono solo a perdere tempo. L’iter parlamentare deve essere lineare a partire dalle commissioni competenti per definire la legge quadro anche cambiando molto l’attuale bozza”.