Verso il congresso

Bonaccini si espande con i consensi sul lato Schlein e parla al Sud (vedi autonomia)

Marianna Rizzini

Il governatore incassa il sostegno dei "ribelli" nell'area di Franceschini e dei governatori anti-Calderoli come Emiliano e De Luca. Mentre i giovani del Pd e l'area che fa capo a Brando Bonifei sono dati in avvicinamento

Era partito a novembre con il discorso di Campogalliano, il candidato alla segreteria e governatore dell’Emilia-Romagna Stefano Bonaccini, dicendo di non voler cercare il sostegno delle correnti interne, incolpate di aver trascinato il Pd nell’abisso. E aveva iniziato il viaggio congressuale senza il sostegno della “Ditta”, pencolante più sul lato della candidata Elly Schlein, ma con l’appoggio di Base Riformista e di alcuni dirigenti di peso, anche se non di tutti. Si era subito diffusa, infatti, la quasi-certezza che l’ex ministro Dario Franceschini avesse scelto Schlein, anche benvoluta negli ambienti più giovani e intellettuali.

E l’impressione, nei primi giorni di campagna per la segreteria, era quella di una possibile gara tra i due al fotofinish, complice anche la òla internettiana che si era spencolata per Schlein all’indomani del lancio della sua candidatura al Monk di Roma, in quartiere gentrificato, subito contrapposto dai puristi all’Emilia verace di Bonaccini (che aveva intanto incassato il sostegno dei sindaci, da Dario Nardella a Matteo Ricci ad Antonio Decaro con l’Anci). La presunta opa franceschiniana su Schlein era stata data per certa, come si pensava fosse ormai acquisita la preferenza dei giovani Pd per la neodeputata. E invece l’area vicina all’ex ministro della Cultura (da Pina Picierno, ora in ticket con il governatore dell’Emilia-Romagna, a Piero Fassino) sostiene in parte Bonaccini, con Fassino promotore di un appello in favore del governatore, si pensa con l’appoggio dell’ex ministro Roberta Pinotti (“Il Pd sappia che per ricostruire un rapporto con la società ci vuole tempo e tenacia. E Stefano Bonaccini ha le caratteristiche giuste per innovare senza tagliare le radici: nel ciclismo le gare non le vincono i velocisti, ma i passisti”, si legge nel testo fassiniano, aperto ad altre adesioni).

Ci sono poi  i dubbi dei ventenni e trentenni che prima sembravano tutt’uno con Schlein, vedi l’eurodeputato Brando Benifei, dato in avvicinamento al governatore con la sua area “Coraggio Pd”. Ma è al Sud che Bonaccini, non a caso partito da Bari, la città di cui è sindaco Decaro, raccoglie sostenitori, nonostante sia stato, sul territorio, interlocutore degli omologhi del centrodestra sui temi dell’autonomia. Ci sono infatti, con Bonaccini, i governatori Vincenzo De Luca e Michele Emiliano (“sto con Bonaccini”, ha detto Emiliano al Fatto, “ma sulle politiche per il Mezzogiorno e sull’autonomia differenziata di Calderoli, Bonaccini dev’essere più incisivo”). Lui, intanto, il candidato, che in questi giorni, al Nord, ha ricevuto ufficiale appoggio di vari sindaci nel piacentino e nel parmense, sul tema dell’autonomia (pensando al Sud) è intervenuto proprio ieri, dalla sua pagina Facebook: “L’autonomia proposta dalla destra spacca l’Italia e penalizza il Mezzogiorno”, ha scritto Bonaccini. “Il governo torni a confrontarsi con le Regioni e con i sindaci...all’Italia non servono divisioni perché di fratture ne ha già abbastanza. Serve invece un’autonomia giusta, che semplifichi la vita di cittadini e imprese, che avvicini le scelte al territorio, che consenta di programmare e gestire meglio le risorse e di realizzare investimenti in tempi più rapidi… un’autonomia solidale, che assicuri a tutti e ovunque nel paese gli stessi diritti, gli stessi servizi e le risorse per realizzarli”.

E se nell’area degli ex Popolari si registrano affinità per Bonaccini – che vuole mantenere anche il ruolo di governatore (“svolgere entrambi i ruoli mi aiuterebbe a tenere i piedi per terra e la testa nel governo locale, cosa indispensabile per evitare, come accaduto in questi anni, che da Roma a livello centrale spesso non si capiscano i problemi delle persone”) — ieri anche l’ex sindacalista Annamaria Furlan ha ufficializzato l’appoggio al governatore: “Sto con lui perché è un uomo di popolo”. 
 


 

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  • Marianna Rizzini
  • Marianna Rizzini è nata e cresciuta a Roma, tra il liceo Visconti e l'Università La Sapienza, assorbendo forse i tic di entrambi gli ambienti, ma più del Visconti che della Sapienza. Per fortuna l'hanno spedita per tempo a Milano, anche se poi è tornata indietro. Lavora al Foglio dai primi anni del Millennio e scrive per lo più ritratti di personaggi politici o articoli su sinistre sinistrate, Cinque Stelle e populisti del web, ma può capitare la paginata che non ti aspetti (strani individui, perfetti sconosciuti, storie improbabili, robot, film, cartoni animati). E' nata in una famiglia pazza, ma con il senno di poi neanche tanto. Vive a Trastevere, è mamma di Tea, esce volentieri, non è un asso dei fornelli.