stretta rimandata

In arrivo il nuovo decreto sicurezza. E il governo già litiga

Redazione

Il sottosegretario Mantovano e l ministro Tajani contro Piantedosi, troppi i temi affrontati nella bozza: il maxi provvedimento pensato dal ministro dell'Interno sarà spacchettato. Oggi in Cdm solo la parte su Ong e migranti, che ha già mostrato tante lacune

Ci sarà il Codice di condotta delle Ong, nuove misure in tema di immigrazione, e poco altro. Anche se, fosse stato per il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi, il decreto Sicurezza che oggi arriva in Cdm avrebbe dovuto occuparsi di molte altre norme, da quelle sulle baby gang, alla violenza sulle donne fino alle dotazioni per la poliza. Provvedimenti che saranno affrontati certamente, ma non questo pomeriggio, perché intanto, dopo le pressioni di altri membri del governo, il decreto scritto da Piantedosi sarà spacchettato. Si è scelta la via della mediazione. 
 

Ci sono ragioni di merito e di opportunità, e forse anche la lezione dei primi tre mesi di governo, segnati da fughe in avanti e conseguenti retromarce, dai rave al Pos. Questa volta però l'esecutivo ha voluto evitare ulteriori polemiche. Tanto che a intervenire - come rivela un retroscena del Corriere - sarebbe stato il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano: in particolare contestava al ministro l'intervento in materia di terrorismo, una norma centrale nel disegno di Piantedosi, che tuttavia avrebbe rischiato di "di non passare la supervisione del Quirinale". Perplessità condivise anche dal ministro degli Esteri Antonio Tajani e da quello della Difesa Guido Crosetto, che hanno portato allo stop del maxi decreto. Altri dubbi sono stati sollevati rispetto all’arresto in flagranza differita, che il ministro dell'Interno aveva ipotizzato per contrastare femminicidi e violenza di genere. I più garantisti si sono messi di traverso, suggerendo un nuovo approfondimento, anche perché la maggioranza affronta in queste ore un passaggio delicato.
 

E insomma, benché Matteo Salvini nelle scorse ore abbia continuato a sostenere l'impostazione immaginata da Piantedosi, la priorità resta quella delle Legge di bilancio, il cui voto in aula - la fiducia - è slittato a domani, dopo le proteste delle opposizioni. Ma tra i banchi del governo, nel corso dei confronti avvenuti ieri, i più hanno convenuto che non fosse il caso di forzare ulteriormente la mano.

La stretta ci sarà - è un tema centrale anche per la stessa Giorgia Meloni, che della sicurezza ha fatto un tratto identitario della proprio linea e che, anche per una logica di competizione politica, non può essere lasciato nelle mani della sola Lega. Ma se ne parlerà la prossima settimana: norme contro cyberbullismo e la movida violenta -  il daspo urbano anche per i minorenni e  taser per la polizia locale -,  insieme al contrasto alla violenza sulle donne dovranno essere scritte senza le incertezze che hanno caratterizzato il decreto sui rave. Intanto si procederà sul tema immigrazione e sul codice di condotta delle Ong, la cui bozza di decreto ha già mostrato tante lacune (rischia di risultare vano di fronte alle leggi internazionali). E non è detto ci sia il tempo per correggerle

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