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L'intervista

Ecco come nascono "Gli appunti di Giorgia". Parla Longobardi, capo dei social di Meloni

Simone Canettieri

Tra propaganda e disintermediazione. "È naturale che la comunicazione della premier sia cambiata. Renzi faceva Matteo risponde e Conte le famose dirette, il nostro format si distingue perché è diviso fra racconto della settimana e argomenti del giorno", spiega il guru di FdI

“Certo, ci sono i video di Zelensky e anche quelli di Macron. Ma entrambi sono diversi dal nostro format, che al momento rimane unico”. Tommaso Longobardi, social media manager della premier, parla degli “Appunti di Giorgia”. Ovvero: la rubrica lanciata domenica da Meloni. Un modo per raccontare l’attività del governo, ma anche per rispondere alle questioni più urgenti, modificando se serve la rotta (come sul tetto all’uso del Pos). Strumento di propaganda e disintermediazione, servirà anche a ridurre al minimo le conferenze stampa della presidente del Consiglio? “No, una cosa non esclude l’altra. Anzi”, dice Longobardi che presto entrerà ufficialmente a far parte dello staff di Palazzo Chigi, in compagnia di altre tre collaboratori. E dunque la bestiolina meloniana si è fatta istituzionale ed entrata in cartoleria? “E’ naturale che la comunicazione social di Meloni sia cambiata. Guardiamo meno all’engagement. Anche se per esempio su TikTok abbiamo registrato un boom del 300 per cento”. 

 

Meloni porta sempre con sé penne e quadernini, che ovviamente non butta e conserva nei bauli di casa. All’inizio l’appuntamento doveva chiamarsi “Dieci minuti con Giorgia”. Poi il tempo tiranno e l’abitudine della leader a essere poco sintetica hanno fatto il resto: ventidue minuti di “Appunti”. L’obiettivo è farne un appuntamento settimanale, impegni permettendo. Per parlare così, in maniera informale, alla platea dei social network. Meccanismo moltiplicatore grazie alla riprese di agenzia, siti, tv e giornali. “Renzi faceva Matteo risponde, Conte le famose dirette su Facebook, il nostro format si distingue perché è diviso fra racconto della settimana e risposte sugli argomenti all’ordine del giorno”, spiega ancora Longobardi, giovane genietto social cresciuto alla scuola della Casaleggio Associati per poi virare tutto a destra, su Fratelli d’Italia. Ma gli “Appunti di Giorgia” diventeranno anche un prodotto commerciale tipo la Smemoranda? Longobardi ride: “Ma no, pensiamo a comunicare bene”. In attesa della prossima conferenza stampa.
 

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  • Simone Canettieri
  • Viterbese, 1982. Al Foglio da settembre 2020 come caposervizio. Otto anni al Messaggero (in cronaca e al politico). Prima ancora in Emilia Romagna come corrispondente (fra nascita del M5s e terremoto), a Firenze come redattore del Nuovo Corriere (alle prese tutte le mattine con cronaca nera e giudiziaria). Ha iniziato a Viterbo a 19 anni con il pattinaggio e il calcio minore, poi a 26 anni ha strappato la prima assunzione. Ha scritto per Oggi, Linkiesta, inserti di viaggi e gastronomia. Ha collaborato con RadioRai, ma anche con emittenti televisive e radiofoniche locali che non  pagavano mai. Premio Agnes 2020 per la carta stampata in Italia. Ha vinto anche il premio Guidarello 2023 per il giornalismo d'autore.