La zuffa tra regioni di destra sui navigator: vogliono la proroga, anzi no. Calderone chiede un incontro

Un ministro al Lavoro meloniano,  Calderone, che viene strattonata da assessori meloniani a concedere la proroga e a negare la proroga

Valerio Valentini

La riunione tra gli assessori al Lavoro diventa una mezza scazzottata tra nord e sud, tutta interna al centrodestra. La veneta Donazzan, di FdI, fustiga la Sicilia di Schifani: "Facciamo un'analisi sulla qualità del lavoro svolto?". Ma a chiedere che i navigator restino fino a fine anno sono 9 regioni, di cui sette dello stesso colore politico del governo. Il lucano Galella, anche lui meloniano, dice che sarebbe "un atto di buon senso"

Elena Donazzan ne fa una questione di virtù non valorizzate. “Questo è un governo che dice di volere puntare tanto sul merito”. E poi? “E poi – s’accalora l’assessore veneta al Lavoro – non fa distinzione tra le regioni che hanno bandito i concorsi nei tempi previsti e quelle che continuano a pretendere un’assurda proroga dei navigator”. E ben poco ci sarebbe da obiettare, a queste parole. Se non fosse che il governo a cui rivolge questa neppure troppo velata critica, è del suo stesso colore. La ministra coinvolta, Marina Calderone, è addirittura sua amica. Perché Donazzan, manco a dirlo, è una pretoriana di FdI in terra di Nord est. Ed è lei che s’incarica di strigliare i suoi colleghi delle altre regioni, specie quelle del sud, che quella proroga la auspicano, e anzi la chiederanno  al ministero nei prossimi giorni. “Almeno per le regioni che ne hanno bisogno, il governo potrebbe concedere una proroga, fino al 31 dicembre: sarebbe un atto di buon senso”, spiega Alessandro Golella, che l’assessore al Lavoro lo fa in Basilicata e che però è, pure lui,  esponente di FdI.

E insomma il cortocircuito politico pare totale. Un ministro al Lavoro meloniano,  Calderone, che viene strattonata da assessori meloniani a concedere la proroga e a negare la proroga. Contemporaneamente. Ed essendo queste le premesse, si capisce che la riunione convocata ieri – “con una certa perfidia sinistra”, c’è chi maligna – da quella Alessandra Nardini, assessora alla Formazione professionale in Toscana del Pd, manco a dirlo in quota Andrea Orlando, che presiede la commissione interregionale degli assessori al Lavoro, si è trasformata in una mezza zuffa tutta interna al centrodestra. Doveva chiarire, e invece ha finito col confondere ancora più. C’era da rispondere, infatti, al ministero del Lavoro che il 28 ottobre aveva chiesto alle regioni di comunicare il numero di navigator ancora in servizio. “Una lettera di una dirigente che poneva una domanda equivoca”, insiste Donazzan. Una manina? “Diciamo che c’è stato un eccesso di zelo da parte del ministero, utilizzato poi come pretesto da chi sperava nella proroga”.

Del resto che quel documento sia stato interpretato così – a dispetto della precipitosa rettifica della ministra – lo dimostra il fatto che quasi tutte le regioni che ancora usufruiscono dei navigator (nel complesso 950 circa ancora in servizio) si siano affrettati a chiedere una proroga: dal 31 ottobre a fine anno, almeno, con le spese del caso accollate tutte ad Anpal Servizi, cioè al ministero stesso. Sono tredici, quelle che ancora se ne servono: e tolte Emilia-Romagna, Puglia e Marche, che ieri si sono sfilate, e la Liguria che s’è presa del tempo, ben nove hanno confermato, durante la videoconferenza, la loro volontà di chiedere la proroga. E a parte Lazio e Toscana, le altre – Molise, Basilicata, Calabria, Sardegna, Sicilia, Friuli – sono guidate dal centrodestra. L’Abruzzo, governato dal meloniano Marco Marsilio, ha ribadito poi che, se il ministero ha i fondi necessari, non si opporrà alla proroga richiesta.

E così è stato fatale che lo scontro, da politico, diventasse geografico. Con la veneta Donazzan nel ruolo rivendicato di fustigatrice che se la prendeva coi colleghi del sud. Alla collega Filomena Calenda, molisana, ha detto che “non è ammissibile che per otto navigator molisani si chieda una proroga nazionale”. Quando Salvatore Sammartano, capo di gabinetto del neo eletto Renato Schifani, ha obiettato che però in Sicilia i navigator ancora in servizio sono 280, e che senza di loro “i centri per l’impiego rischiano il collasso”, Donazzan, inflessibile, ha risposto che “forse sarebbe il caso di fare una valutazione del carico di lavoro pro capite sostenuto da quei navigator”. Col laziale Claudio Di Bendetto, area Pd, che un po’ se le rideva: “Qui va chiarito se c’è la volontà politica, da parte del governo, di prorogare o se non c’è”.  Lo si capirà, pare, nei prossimi giorni. Perché la ministra Calderone proprio ieri mattina ha informato gli assessori di voler organizzare a breve un incontro. Prima, però, dovrebbe arrivare un documento ufficiale da parte delle regioni. Per chiedere la proroga dei navigator. Anziché no.

  • Valerio Valentini
  • Nato a L'Aquila, nel 1991. Cresciuto a Collemare, lassù sull'Appennino. Maturità classica, laurea in Lettere moderne all'Università di Trento. Al Foglio dal 2017. Ho scritto un libro, "Gli 80 di Camporammaglia", edito da Laterza, con cui ho vinto il premio Campiello Opera Prima nel 2018. Mi piacciono i bei libri e il bel cinema. E il ciclismo, tutto, anche quello brutto.