Calderone manda in tilt le regioni di centrodestra sui navigator: "Questo è analfabetismo istituzionale"

Valerio Valentini

Prima la proroga, poi la smentita. La ministra del Lavoro contraddice i suoi funzionari, e manda in confusione i governatori. Che ora si ritrovano con 950 persone formate sospese in un limbo occupazionale e normativo. Lunedì la riunione che potrebbe far deflagrare la tensione. L'imbarazzo di Schifani e Occhiuto. Parlano gli assessori delusi

Viste le premesse, nessuno sa come andrà a finire il pastrocchio. E forse anche per questo, per dissipare l’incertezza o magari per sfruttarla, la toscana Alessandra Nardini ha convocato per lunedì  un vertice della commissione, da lei presieduta, di tutti gli assessori regionali al Lavoro. All’ordine del giorno, la circolare inviata dal ministero del Lavoro il 28 ottobre, con cui si avviava le procedura per la proroga dei navigator fino a fine anno. Il tutto, malgrado poi la ministra Marina Calderone abbia smentito il suo stesso dicastero, specificando che “la proroga non è tecnicamente possibile”. E insomma sembra di essere  su “Scherzi a parte”. 

“Vabbè, ma   la Nardini è del Pd e vuole aizzare la cagnara contro il governo”, spiegano i pretoriani di Giorgia Meloni, provando a liquidare la faccenda col politichese. Ma al di là delle eventuali tattiche di partito c’è di più. E a dimostrarlo c’è  il fatto che neppure i governatori di FdI si siano opposti alla mossa della giunta di Eugenio Giani. L’Abruzzo, ad esempio, “ha completato le procedure di assunzione nell’ambito del piano di potenziamento dei Centri per l’impiego, che saranno formalizzate nel corso del mese, e per questa ragione non ha richiesto la proroga dei navigator”, come spiega il presidente Marco Marsilio, e però comunque, “su richiesta della regione Toscana, anche noi abbiamo dato il nulla osta nel caso in cui il governo decidesse di prorogare e rifinanziare i navigator”. Almeno fino al 31 dicembre.

Solo che, se da un lato le regioni fanno sapere che attendono chiarimenti da Roma, al ministero del Lavoro ribattono che loro le procedure per varare la proroga le hanno avviate solo dopo aver “considerato l’intendimento già reso noto” dalle regioni di Molise e Basilicata, oltre che “all’esito delle istanze pervenute dalle organizzazioni sindacali”. Questo recitava la circolare diramata dalla direttrice generale delle Politiche attive di Via Veneto, Anita Pisarro. Un documento che la ministra Calderone, insediatasi da pochi giorni, ai suoi colleghi di governo di FdI ha spiegato di “avere visto solo di sfuggita, quando tutto era già stato deciso”. Salvo poi, tre giorni dopo, contraddire la sua  struttura con un comunicato di poche righe: niente proroga.

E tanta è stata la confusione, che quando si è diffusa la notizia del ripensamento, lunedì pomeriggio, nella chat degli assessori regionali al Lavoro di centrodestra, c’è stato chi s’è lamentato. “Qui il colore delle giunte c’entra poco”, ci dice Filomena Calenda, responsabile Lavoro nella giunta molisana del berlusconiano Donato Toma. “Da Roma non possono chiederci atti di fedeltà politica, perché qui la questione è oggettiva”. Semmai la divisione, più che ideologica, è geografica, se è vero che  le regioni ansiose di ottenere la proroga sono per lo più quelle del sud. Nella Calabria di Roberto Occhiuto, centrodestra, i 120 navigator in scadenza avevano già riconsegnato i loro tablet. Fine corsa, sembrava. Sennonché, dopo la circolare del 28 ottobre, erano stati reintegrati. “A patto che sia il governo a prorogarli”, disse Occhiuto. Tre giorni dopo, di nuovo nel limbo. Il neo presidente siciliano Renato Schifani, ha già dato l’annuncio: “I nostri 280 navigator restano, avranno i contratti fino a fine anno”. E del resto, a Palazzo dei Normanni rivendicano la linearità della loro condotta: “Dopo la circolare del 28 ottobre, con cui ci si chiedeva di indicare il numero delle persone di cui volevamo avvalerci, lo abbiamo comunicato. Noi di quelle professionalità abbiamo bisogno”. Prosegue la molisana Filomena Calenda, tra le promotrici dell’istanza: “Se c’è l’intenzione di fare a meno dei navigator, devono anzitutto dirci come intendono metterci nelle condizioni di potenziare le politiche attive, visto che da lì passa anche il raggiungimento di uno degli obiettivi del Pnrr”. Il Molise ne ha nove, al momento, di navigator. “E dal 31 ottobre restano surgelati”.    Non sono i soli. In totale, sono circa 950. “E noi, come regioni, non possiamo certo prorogarli”, dice l’assessore lucano Alessandro Galella, esponente di FdI, ammettendo di essere rimasto “disorientato da indicazioni così contraddittorie, senza che dal ministero ci sia arrivato alcun chiarimento nel merito”.

“Quel che è certo è che la Pubblica amministrazione non può assumere questo navigator dalla sera alla mattina”, ammette Alessia Rosolen, assessore nel Friuli leghista di Massimiliano Fedriga che di navigator “rimasti senza un destino” ne ha 12. “Né dal ministero possono pretendere che noi organizziamo un concorso ad hoc nel giro di qualche settimana. Lo trovo francamente un atto di analfabetismo istituzionale”. E sì che questi sono gli assessori di centrodestra.

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  • Valerio Valentini
  • Nato a L'Aquila, nel 1991. Cresciuto a Collemare, lassù sull'Appennino. Maturità classica, laurea in Lettere moderne all'Università di Trento. Al Foglio dal 2017. Ho scritto un libro, "Gli 80 di Camporammaglia", edito da Laterza, con cui ho vinto il premio Campiello Opera Prima nel 2018. Mi piacciono i bei libri e il bel cinema. E il ciclismo, tutto, anche quello brutto.