Il retroscena

Zingaretti pronto a dimettersi il 10 novembre, ipotesi voto nel Lazio il 5 febbraio

Simone Canettieri

Questa mattina il vertice al Nazareno fra Letta e il governatore. Tensione con Calenda. Dal Pd ultimatum a Conte: scegli entro domenica con chi stare

Il 10 novembre dovrebbe essere il giorno buono: quello delle dimissioni di Nicola Zingaretti da presidente della Regione Lazio. La data è legata all'approvazione in consiglio del collegato al bilancio, attesa fra martedì e mercoledì. Dalle dimissioni del governatore-deputato entro novanta giorni dovranno essere indette le elezioni. Circola l'ipotesi del 5 febbraio.

Di questa tempistica si è parlato in mattinata al Nazareno durante un incontro fra il segretario Enrico Letta, Francesco Boccia, Bruno Astorre, responsabile regionale del Pd, e Zingaretti.

Le regionali dunque entrano nel vivo. E sale la tensione  all'interno del fu campo largo. La vicenda del Lazio si specchia in quella della Lombardia e viceversa.

Carlo Calenda, leader di Azione, insiste sulla candidatura di Alessio D'Amato, assessore alla Sanità, "ma senza il M5s".  Zingaretti gli risponde così: "Calenda ieri si è scandalizzato denunciando che Conte decide i candidati del Pd e non era vero. Oggi i candidati del Pd li vuole decidere lui. È un vero peccato. Lotteremo per vincere comunque ma, se si dovesse perdere, la responsabilità sarà anche di questa cultura politica folle che punta sempre a dividere e a favorire la destra".

Nel Lazio, come in Lombardia, gli occhi sono puntati sul M5s. I vertici del Pd hanno fatto sapere a Conte che entro domenica dovrà dire cosa ha in mente di fare: se vorrà andare in coalizione nel Lazio o se invece preferisce la corsa solitaria come alle ultime politiche. Il termine di domenica non è certo perentorio.  Tuttavia sta iniziando il conto alla rovescia: giovedì 10, salvo colpi di scena, finirà l'esperienza di Zingaretti alla guida del Lazio dopo nove anni. 

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  • Simone Canettieri
  • Viterbese, 1982. Al Foglio da settembre 2020 come caposervizio. Otto anni al Messaggero (in cronaca e al politico). Prima ancora in Emilia Romagna come corrispondente (fra nascita del M5s e terremoto), a Firenze come redattore del Nuovo Corriere (alle prese tutte le mattine con cronaca nera e giudiziaria). Ha iniziato a Viterbo a 19 anni con il pattinaggio e il calcio minore, poi a 26 anni ha strappato la prima assunzione. Ha scritto per Oggi, Linkiesta, inserti di viaggi e gastronomia. Ha collaborato con RadioRai, ma anche con emittenti televisive e radiofoniche locali che non  pagavano mai. Premio Agnes 2020 per la carta stampata in Italia. Ha vinto anche il premio Guidarello 2023 per il giornalismo d'autore.