Foto di Valerio Portelli, via Ansa 

lo specchietto

Camera e Senato eleggono i nuovi presidenti. Come funziona e cosa succede da giovedì

Redazione

Una spiegazione delle procedure di elezione della seconda e della terza carica dello stato nei giorni che precedono l'insiediamento del governo della XIX legislatura

Tra due giorni, giovedì 13 ottobre, inizierà la diciannovesima legislatura della Repubblica. Nel nostro ordinamento, uno dei primi passi è l'elezione dei presidenti di Camera e Senato. Le due figure nella storia si sono sempre distinte per stabilità e autorevolezza. I presidenti - in attesa dei nuovi eletti, nella prima seduta saranno Ettore Rosato a Montecitorio e Liliana Segre a Palazzo Madama - svolgono una funzione di garanzia che necessita, per questo, del più ampio appoggio possibile tra le forze in Parlamento.

I due iter di elezione però si distinguono per diversi fattori. 

 

La Camera dei deputati

Il presidente della Camera è eletto dall'Assemblea nella prima riunione della nuova legislatura. Per eleggerlo è necessaria la maggioranza rafforzata - almeno nelle prime tre votazioni. Il voto è segreto e funziona in questo modo: 

  1. Primo scrutinio: sono necessari due terzi dei membri totali della Camera.
  2. Secondo e terzo scrutinio: è eletto il deputato che riceve due terzi delle preferenze dei votanti. Ovvero, sono comprese anche le schede bianche.
  3. Quarto scrutinio: da qui in poi, a oltranza, è eletto chiunque conquisti la maggioranza assoluta dei voti.   

 

Il Senato 

Il presidente del Senato è la seconda carica dello stato e svolge le funzioni del presidente della Repubblica in caso di suo impedimento o morte. Può essere eletto solo un senatore in carica e il voto è segreto. L'iter per l'elezione non può andare oltre la quarta votazione e si svolge così: 

  1. Primo e secondo scrutinio: è necessaria la maggioranza dei membri del Senato (quindi le schede bianche non contano come voti). Il secondo turno di voto avviene solo nel caso in cui non si raggiunga il quorum nel primo.  
  2. Terzo scrutinio: si tiene il giorno dopo delle precedenti votazioni. È sufficiente la maggioranza assoluta dei voti dei presenti (quindi anche le schede bianche sono considerate valide) 
  3. Quarto scrutinio: è l'ultimo turno di voto possibile. Si procede con il ballottaggio fra i due canddati più votati: in caso di parità, vince il senatore più anziano. 

 

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