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Freccia elettorale

Salvini crede, Ligabue lo diffida

Giovanni Battistuzzi

Domenico Procacci, il cantautore e Stefano Accorsi hanno diffidato “la Lega per Salvini Premier dall’utilizzo di un brano audio con la voce di Stefano Accorsi tratto dal film ‘Radiofreccia‘, illegittimamente inserito all’interno di un video elettorale". Le regole vanno rispettate, soprattutto se si propaganda di volerle far rispettare

Vabbè che a votare, ad aver votato, Lega ci sono, ci sono stati, parecchi compagni di allora, gente che magari Il Migliore no, ma almeno il Dolce Enrico l’avevano seguito, amato, fatto eleggere e ora sono passati al Capitano, ma è successo mica a tutti. C’è chi non ci si è mai seduto sul Carroccio, ha seguito strade più lineari. E pure chi dai compagni di allora, o anche solo dai sinceri democratici, era apprezzato, e che ha sempre parlato, cantato, a loro, anche se non solo a loro, c’ha mica voglia di trovarsi invischiato con Salvini e la sua propaganda social. Perché ci sono artisti militanti, che c’hanno costruito carriere vicino alla politica, e chi vorrebbe, soprattutto adesso, starsene fuori. Soprattutto se ci si è sentiti defraudati del proprio lavoro, tra l’altro parecchio notorio.

Se lo ricordano in molti quel “credo nelle rovesciate di Bonimba e nei riff di Keith Richards…”, e via così, quel “credo” un po’ qualunquista, ma sincero che si staccava dalla divisione-scontro comunisti fascisti. Era il “credo” di Ivan Benassi detto Freccia, una delle scene simbolo di Radiofreccia, film del 1998, scritto e diretto da Luciano Ligabue, uno che s’è sempre visto dall’altra parte rispetto a Salvini.

Era un bel monologo, uno di quelli che colpiscono quello di Ivan Benassi detto Freccia. E forse avrà colpito pure quelli della Lega che l’hanno usato in un video, poco più di un minuto, contro il Pd (come raccontava Carmelo Caruso nella punta di ieri del podcast del Foglio, "Salto nel voto"). Un video che riportava le parole di Freccia, la voce di Freccia, che poi è quella di Stefano Accorsi, per virare poi al video del “Vi sparo, vi ammazzo. Vi dovete inginocchiare” urlato una notte a Frosinone dall’ormai ex braccio destro di Roberto Gualtieri, Albino Ruberti. Video che venne pubblicato per primo dal Foglio.

    

   

Siamo in campagna elettorale, ognuno cerca di tirare acqua al suo mulino e l’attacco frontale è sì vecchia scuola, ma forse funziona ancora. Non funziona però il prendere un audio da un film senza il permesso di chi l’ha scritto e girato o da chi l’ha prodotto. Domenico Procacci di Fandango, Luciano Ligabue e Stefano Accorsi infatti hanno comunicato in una nota di aver diffidato, a mezzo dei loro legali, “la Lega per Salvini Premier dall’utilizzo di un brano audio con la voce di Stefano Accorsi tratto dal film ‘Radiofreccia‘, illegittimamente inserito all’interno di un video elettorale attualmente diffuso su tutti i social media e ripreso dalla stampa”. Hanno sottolineato “la gravissima violazione dei loro diritti sul film e la spregiudicata utilizzazione dello stesso in una presentazione al pubblico che lascia anche chiaramente presumere una adesione al contenuto del messaggio”.

Perché si può mica fare quello che si vuole anche se accanto al faccione del Capitano nei cartelloni elettorali c’è scritto “Credo”. Mica è il “credo” di Freccia quello di Salvini, serve chiedere autorizzazioni e sperare che chi può darle le dia. Ci sono insomma delle regole da rispettare, quelle che lo stesso Salvini propaganda di voler far rispettare.