Dmitri Medvedev, Foto di LaPresse 

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L'intrusione di Medvedev sulle elezioni in Europa: "Punire i governi". È scontro tra Letta, Salvini e Meloni

Antonia Ferri

Il vicepresidente del consiglio di sicurezza della Russia attacca i politici e dà indicazioni di voto per le prossime elezioni. Il Pd: "Mosca ha deposto la scheda nelle urne italiane. E' chiaro che il 25 settembre si vota anche su questo"

Che “i cittadini europei chiamino i loro governi a rendere conto, punendoli alle urne per la loro evidente stupidità” perché “i voti degli elettori sono una potente leva di influenza”. Così la politica russa si fa strada nella campagna elettorale italiana. È attraverso le parole di Dmitri Medvedev, vicepresidente del consiglio di sicurezza nazionale russo. “Se il prezzo per la democrazia europea è il freddo negli appartamenti e i frigoriferi vuoti, questa democrazia è per i pazzi”, ha aggiunto.

 

Le parole d'intrusione da parte della Russia non hanno tardato a diventare il territorio dello scontro politico, ma allo stesso tempo prefigurano la volontà da parte dei russi di influire nelle scelte dei cittadini europei. Il primo a reagire è stato il ministro degli Esteri Luigi Di Maio: “È davvero preoccupante l'ingerenza del governo russo nelle elezioni italiane. Un esponente russo interviene nuovamente a gamba tesa su questioni di politica interna, questa volta dando anche un'indicazione di voto. Le forze politiche italiane prendano le distanze in maniera netta, senza alcuna timidezza, dalla propaganda russa".

 

Ma nel panorama politico italiano, ci sono forze politiche più vicine al partito di Putin di altre, come abbiamo già scritto in queste pagine. Il 6 marzo 2017 il leader della Lega, Matteo Salvini, ha firmato a Mosca un patto di cooperazione tra il suo stesso partito e Russia Unita, quello di Vladimir Putin. L'accordo, scaduto il 6 marzo scorso, è stato rinnovato dalla Lega fino al 2027. Per questo motivo, Enrico Letta, segretario del Pd, ha chiesto al partito di Matteo Salvini di disdire l'accordo. Mentre sulle parole di Medvedev ha commentato in un'intervista al Tg1: “La Russia ha deposto la scheda nelle urne italiane” e auspica di "cambiare il corso della politica estera italiana che è stata fin da subito molto chiara nello stare con l’Ue e l’Alleanza Atlantica. È chiaro che il voto del 25 settembre sarà anche su questo”.

 

Parole chiare che si scagliano contro quelle che il leader del Partito democratico chiama “le ambiguità della destra”. Matteo Salvini ha replicato ieri sera, senza dare particolare rilevanza alle parole del politico russo: “Non mi interessano gli insulti dei Dem. Voteranno gli italiani e non i russi, i cinesi o gli eschimesi. All'estero possono dire quello che vogliono, non mi interessa fare polemica col resto del mondo”.

 

Lo stesso trattamento di minimizzazione è stato offerto dal senatore Luca Ciriani, di Fratelli d'Italia: “Le accuse contro il centrodestra sono risibili quasi quanto le dichiarazioni di Medvedev. Lo confermano i voti espressi in Parlamento che hanno sempre attestato la postura atlantista dei partiti di centrodestra. Spiace non poter dire lo stesso dei partiti con cui il Pd ha deciso di allearsi”.

 

Enrico Letta, però, non ha risparmiato parole dure anche verso Giorgia Meloni, di cui ha parlato davanti a una platea internazionale, alla statunitense Cnn: “Se Meloni vincesse le elezioni, Trump, Putin e in Europa Orbán sarebbero i più felici. C'è un grande rischio per il paese in termini economici, sociali e per il modo in cui sarebbe governato in termini di unità e coesione”.

 

Un messaggio chiaro, dietro il quale risuona quello insidioso di Dmitri Medvedev: “Agite, vicini europei! Non rimanete in silenzio. Chiamate i vostri idioti a rendere conto. E vi ascolteremo. Il vantaggio è evidente: l'inverno è molto più caldo e confortevole in compagnia della Russia che in uno splendido isolamento con la stufa a gas spenta”. Ancora una volta, si manifesta la minaccia del taglio delle forniture del gas russo all'Europa.