Salvini alla prova delle liste: almeno cento parlamentari da sacrificare

Valerio Valentini

Le riunioni in Versilia, nella casa del capogruppo Romeo, per vagliare deputati e senatori uscenti. La strana coppia Paganella & Calderoli che valuta le candidature. E domani in Via Bellerio arriva il verdetto insindacabile del segretario. Che aveva promesso collegialità, e invece dovrà stroncare più di un centinaio dei suoi

La strana coppia e la villa in Versilia: ecco la trama di queste  giornate di passione leghista. Perché se è vero che il Pd ci mette sempre quel certo gusto per l’autolesionismo, nell’esibire le proprie faide interne, va detto che anche nel Carroccio i destini e gli umori dei singoli parlamentari oscillano paurosamente, in queste ore: ché dei 192 uscenti, almeno 64 sono certi della stroncatura, e a quelli va aggiunta  un’altra trentina frutto del calo dei consensi rispetto al 2018, e con l’aggiunta di qualche volto nuovo, alla fine gli scontenti potrebbero superare quota 100, e senza pensione. A decidere della loro sorte sarà Matteo Salvini: che sì, va bene, si era detto “collegialità”, ma nella Lega decide  il capo, e poche balle. Il giudizio  del segretario piomberà domani, nel conclave di Via Bellerio.

Ma a lavorare alla composizione delle liste, in queste settimane, sono stati Roberto Calderoli e Andrea Paganella. Accoppiata bizzarra. Perché l’uno, testimone del leghismo delle scaturigini padanissime,  è stato spesso dispensatore di dubbi sulle strategie del leader; l’altro, factotum ubiquo e  innominabile nelle faccende più delicate di  Salvini,  degli azzardi più temerari dell’ex ministro è stato quasi sempre suggeritore principale.  Ed è  nell’attesa del giudizio finale che ieri Salvini ha presieduto un vertice con Riccardo Molinari e Max Romeo, nella villa di quest’ultimo a Forte dei Marmi. All’ordine del giorno, una valutazione sui parlamentari uscenti: promossi e bocciati, sacrificabili e no. Il tutto al sole della Versilia, agli antipodi del Papeete. Ché la Romagna, e ferragosto, e le grandi scelte politiche, si sa poi come va.

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  • Valerio Valentini
  • Nato a L'Aquila, nel 1991. Cresciuto a Collemare, lassù sull'Appennino. Maturità classica, laurea in Lettere moderne all'Università di Trento. Al Foglio dal 2017. Ho scritto un libro, "Gli 80 di Camporammaglia", edito da Laterza, con cui ho vinto il premio Campiello Opera Prima nel 2018. Mi piacciono i bei libri e il bel cinema. E il ciclismo, tutto, anche quello brutto.