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l'annuncio

Da No Tap a No Lezzi. L'ex ministro non si candida

Gabriele De Campis

Ex volto del grillismo più radicale, nel primo governo Conte responsabile per il Sud. Ora fa sapere di non essere della partita nelle elezioni di settembre

La regina dei voti grillini protestatari del Salento fa un passo indietro. “No, non ci sarò”. Barbara Lezzi, senatrice al secondo mandato, celebre per essersi presentata a Palazzo Madama con il noto utensile nel 2018, determinata “ad aprire il Parlamento come una scatoletta di tonno” (sappiamo come è andata a finire), non sarà candidata alle elezioni politiche.

L’ex ministro del Sud del Conte Uno, protagonista della danza tarantolata dal balcone di Palazzo Chigi con le dita a forma di “V”, accanto a Luigi Di Maio, per festeggiare la surreale “abolizione della povertà”, sceglie con una sua coerenza di rispettare il vincolo morale dei due mandati, di non cercare un posto in una lista qualsiasi e di dare un contributo civile da un’altra posizione (anche dai talk, dove è particolarmente efficace come voce anti-sistema).

In Parlamento l’Erinni pugliese ha rotto con il Movimento nelle convulse giornate della fiducia al governo Draghi, quando avvisò i compagni di strada che “stavano suicidando il M5S” e che, a suo avviso, bisognava tornare a votare. Dal febbraio 2021 è nel gruppo “fritto misto” di Cal, Alternativa, Comunisti di Rizzo e Idv, senza riconoscersi in alcuna sigla. E infatti si è tenuta distante dal matrimonio, subito naufragato, tra Alternativa e Italexit.

Mai pentita di essere stata No Tap o No Triv, forte di quasi trecentomila follower, sempre in sintonia con il Che Guevara-Alessandro Di Battista (anche sul MedioOriente), continua nella sua missione di “pasionaria” contro Super Mario. Il suo ultimo post è come sempre ferocemente contro Palazzo Chigi, con il premier accusato di “elitismo”: “Geniale il governo Draghi. Immagino l'ultimo Consiglio dei ministri in cui tutti si incensano per i risultati ottenuti e discutono dell'ultima proposta per un problema annoso.  Abbiamo gli insegnanti tra i peggio pagati in Europa e allora che si fa? Si aumentano gli stipendi ma solo ad uno zero virgola di tutta la platea e tra una decina d'anni. Se tutto va bene, naturalmente. Nel meraviglioso mondo draghiano, quello che dalla Bce chiedeva le riforme strutturali e le politiche fiscali ai governi, le soluzioni sono espedienti ma "di alto profilo". Mica da scappati di casa!  Intanto, per il secondo mese consecutivo la produzione industriale segna una considerevole flessione e Moody's passa l'outlook a negativo”.

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