(foto Ansa)

Solo l'incoerenza ci salverà

Claudio Cerasa

La coerenza è la virtù degli imbecilli, diceva Prezzolini, e mai come oggi solo i partiti incoerenti possono essere affidabili. Da Calenda a Letta fino al centrodestra. Pazza indagine su una nuova stagione di responsabilità

L’incoerenza, che delizia. Diceva Giuseppe Prezzolini, giornalista formidabile, allievo di Leo Longanesi, che in politica la coerenza è solitamente la virtù degli imbecilli, e mai come in questa fase storica la sua definizione sembra trovare una discreta cittadinanza. La coerenza, spesso, è un’arma che la politica tende a utilizzare per mettere a nudo le contraddizioni degli avversari e non c’è leader che almeno una volta nella vita non abbia sostenuto che le proprie idee sono migliori di quelle degli altri perché sono coerenti con il passato. Anche nella campagna elettorale in corso, i partiti, tutti i partiti, hanno scelto di fare un uso spropositato della parola “coerenza”. Ma se si osserva con attenzione la traiettoria imboccata dalle forze politiche si capirà con facilità che la coerenza è diventata un’arma un filo spuntata. Non solo perché nessuno dei leader in campo può dire fino in fondo di essere coerente (e meno male).

 

Ma anche perché ciascun elettore è perfettamente consapevole oggi che uno dei valori aggiunti che possono offrire le forze politiche che si candidano a governare il paese è proprio l’opposto: non è governare facendo leva sulla propria coerenza ma è governare dimostrando di saper essere flessibili, di sapersi adattare ai tempi che cambiano, di sapere essere non necessariamente dogmatici e in definitiva di saper gestire con classe le proprie incoerenze. E a proposito di incoerenze, di formidabili incoerenze, la campagna elettorale è appena cominciata, sì, ma ha già offerto, su questo fronte, alcune scene tanto spassose quanto istruttive. E così capita di assistere alle durissime invettive di Carlo Calenda contro il partito di Matteo Renzi, a cui spesso il leader di Azione ricorda di aver governato a lungo insieme con Giuseppe Conte, lo stesso Conte che oggi Renzi demonizza, quando è stato lo stesso Calenda ad aver detto, due settimane fa, a proposito di linearità delle proprie posizioni, che “non c’è alcuna intenzione da parte di Azione di entrare in cartelli elettorali che vanno dall’estrema sinistra a Di Maio”.

E così capita di assistere alle durissime invettive di Giuseppe Conte, presidente del M5s, contro le coalizioni vinavil, desiderose cioè di mettere insieme tutto e il contrario di tutto solo perché assetate di potere, quando negli ultimi cinque anni, a proposito di linearità delle proprie posizioni, il M5s, che aveva promesso nel 2018 che mai si sarebbe alleato con nessuno, ha governato, in cinque anni, con il 90 per cento dei partiti presenti in Parlamento: la Lega, Forza Italia, il Pd, Italia viva, Azione, Noi con l’Italia, tutti. E così, poi, capita di assistere alle invettive del centrodestra contro il centrosinistra, “siete solo un’ammucchiata”, quando lo stesso centrodestra è formato da un partito (Fratelli d’Italia) che ha passato gli ultimi due anni a definire il governo uscente (sostenuto da due alleati di Fratelli d’Italia: Lega e Forza Italia) come un covo di incapaci, specializzati in dittature sanitarie, e quando lo stesso centrodestra, a proposito di ammucchiate, è una coalizione formata da un partito (Fratelli d’Italia) che considera la Russia di Vladimir Putin un male assoluto e un partito (la Lega) che con il partito di Vladimir Putin (Russia unita) ha sottoscritto un patto di cooperazione rafforzata (patto confermato lo scorso marzo, a guerra in corso). E così, infine, capita di assistere alle invettive del centrosinistra contro il centrodestra, vergogna siete dei pericolosi nemici dell’agenda Draghi, chi vota noi vota per la Nato, vota per l’Europa, vota per la scienza, vota per l’indipendenza energetica, quando è lo stesso centrosinistra ad avere all’interno della sua potenziale coalizione partiti contrari all’ingresso della Finlandia nella Nato (Fratoianni, olè) e partiti contrari all’intera agenda energetica portata avanti dal governo Draghi (Bonelli, capo del partito trasversale del no ai rigassificatori, olè). 

E quando è lo stesso centrosinistra ad aver scelto di rinunciare all’alleanza con il partito che più degli altri può vantarsi di aver reso possibile l’agenda Draghi (quando il partito di Renzi ha provato con successo a determinare il dopo Conte, il Partito democratico considerava Conte il punto di riferimento fortissimo dell’agenda progressista). Saper governare l’incoerenza, mostrando flessibilità, adattabilità ed elasticità, è la virtù della politica che prova a combattere l’imbecillità. Non tutti gli incoerenti riescono nell’intento, of course, ma tutti gli incoerenti dimostrano di aver compreso bene la lezione prezzoliniana quando scelgono di usare una parolina magica per giustificare le proprie svolte. Incoerente io? L’ho fatto per responsabilità. Un modo come un altro per dire che essere coerenti, a volte, è il modo migliore per essere irresponsabili. Slurp!

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  • Claudio Cerasa Direttore
  • Nasce a Palermo nel 1982, vive a Roma da parecchio tempo, lavora al Foglio dal 2005 e da gennaio 2015 è direttore. Ha scritto qualche libro (“Le catene della destra” e “Le catene della sinistra”, con Rizzoli, “Io non posso tacere”, con Einaudi, “Tra l’asino e il cane. Conversazione sull’Italia”, con Rizzoli, “La Presa di Roma”, con Rizzoli, e "Ho visto l'uomo nero", con Castelvecchi), è su Twitter. E’ interista, ma soprattutto palermitano. Va pazzo per i Green Day, gli Strokes, i Killers, i tortini al cioccolato e le ostriche ghiacciate. Due figli.