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Whatever it takes pro Draghi

“Auspichiamo un sussulto di responsabilità sulla fiducia a Draghi”. Parla Sbarra

Marianna Rizzini

“Una crisi di governo in una fase così complessa, con un’emergenza economica incalzante, nel pieno di un’ondata pandemica, con i redditi delle famiglie schiacciati dall’inflazione e dagli effetti della guerra, è un atto di irresponsabilità”, Il mondo del lavoro indica la via "della coesione nazionale"

Fare in modo che Mario Draghi resti a Palazzo Chigi. E’ un particolare “whatever it takes”, quello che corre tra i palazzi e le piazze dove i cittadini spontaneamente si ritrovano per chiedere al premier dimissionario di rivedere la sua decisione. Il mondo del lavoro chiede la stessa cosa. “Una crisi di governo in una fase così complessa, con un’emergenza economica incalzante, nel pieno di un’ondata pandemica, con i redditi delle famiglie schiacciati dall’inflazione e dagli effetti della guerra, è un atto di irresponsabilità”, dice il segretario generale Cisl Luigi Sbarra: “E il dato più assurdo è che la crisi sia stata innescata su un decreto che stanzia oltre venti miliardi a sostegno di lavoratori, pensionati, famiglie e impresa”.

 

Bisogna ascoltare il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, dice Sbarra, “quando indica la via dell’unità, della stabilità e della coesione nazionale. Per questo auspichiamo ancora un sussulto di responsabilità da parte del Parlamento e di tutte le forze politiche, per arrivare a una soluzione che consenta di tornare al lavoro su fisco, pensioni, occupazione, concorrenza e attuazione del Pnrr. Il Presidente Draghi, per il prestigio, l’autorevolezza e la caratura internazionale del suo profilo, è la migliore risorsa di Stato, la figura più alta per guidare il paese in una fase del tutto eccezionale come quella attuale, dando seguito, forza e continuità all’azione riformatrice avviata in questo anno e mezzo”. Da più parti si evidenziano i problemi a cui si andrebbe incontro senza Draghi. “Abbiamo davanti mesi cruciali per portare a compimento un’agenda fitta di impegni”, dice Sbarra, “la stessa agenda che abbiamo illustrato lo scorso 12 luglio a Palazzo Chigi, a partire da un intervento forte sulla riduzione del cuneo fiscale, nello specifico con un taglio dell’Irpef, per aumentare il netto in busta paga e assicurare la piena rivalutazione delle pensioni rispetto all’inflazione. Bisogna azzerare la tassazione sui frutti della contrattazione di secondo livello, a partire dai premi di produttività e accordi di welfare; occorre confermare ed estendere il bonus di duecento euro a lavoratori precari e stagionali. Si deve allargare la platea degli sconti in bolletta, rendere permanente il taglio delle accise, defiscalizzare i benefit contrattuali fino a mille euro, tagliare drasticamente l’Iva su beni di largo consumo per famiglie in difficoltà e mettere sotto controllo prezzi e tariffe viziate dalla speculazione. La copertura può essere assicurata dall’innalzamento del prelievo sugli extra-profitti, dalla redistribuzione del super-gettito Iva e dalla destinazione sulla riduzione del peso delle tasse delle entrate della lotta all’evasione”. A che cosa appellarsi per sbloccare la crisi? Sbarra punta sul fatto di poter “dare forza e continuità all’azione riformatrice avviata in questo anno e mezzo, non sprecare questi mesi cruciali”. La via, dice il segretario Cisl, “è quella della corresponsabilità, verso un nuovo Patto per la crescita e la coesione sociale. Il paese ha sempre dato il meglio di sé quando ha risposto unito di fronte alle curve decisive della storia. Continua a essere così: il fronte riformista sociale sta crescendo e si consolida. La posta in gioco è altissima e richiede a tutti il massimo senso di responsabilità, di coesione nazionale, di visione collettiva. Noi siamo pronti a fare la nostra parte. Ci aspettiamo che la politica faccia altrettanto”. 
Marianna Rizzini 

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  • Marianna Rizzini
  • Marianna Rizzini è nata e cresciuta a Roma, tra il liceo Visconti e l'Università La Sapienza, assorbendo forse i tic di entrambi gli ambienti, ma più del Visconti che della Sapienza. Per fortuna l'hanno spedita per tempo a Milano, anche se poi è tornata indietro. Lavora al Foglio dai primi anni del Millennio e scrive per lo più ritratti di personaggi politici o articoli su sinistre sinistrate, Cinque Stelle e populisti del web, ma può capitare la paginata che non ti aspetti (strani individui, perfetti sconosciuti, storie improbabili, robot, film, cartoni animati). E' nata in una famiglia pazza, ma con il senno di poi neanche tanto. Vive a Trastevere, è mamma di Tea, esce volentieri, non è un asso dei fornelli.