(foto di Ansa)

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È quasi il 25 aprile e non sappiamo ancora quale bandiera sventolare

Andrea Minuz

La confusione intorno alle celebrazioni per la liberazione passa per i colori che si possono portare in piazza, da quelli della Nato a quelli di Hamas, passando per l'Urss e la bandiera della pace

Arriva il 25 aprile e non sappiamo cosa metterci. Arcobaleni della pace? Tricolori all’ungherese? Il “classic vintage” della sinistra antagonista o il nuovissimo trend in “total blu” della Nato, per un antifascismo glamour, cosmopolita e occidentalista? Come ogni anno una gran bagarre e un affollamento di bandiere e una disputa teologica sul copyright della parola “resistenza”, ma ora proiettata sullo “scacchiere internazionale” e minacciata da plagi e copia-e-incolla a est (questi ucraini ci rubano il lavoro, meno male che c’è l’Anpi che li rimette a posto).

 

Il kit per il 25 aprile parte dalla bandiera. E si sa che il tricolore semplice, da solo, pare un po’ di destra e non si porta molto, a meno che non siano i Mondiali o gli Europei. Cosa sventolare, allora, con corsi e ricorsi che si fanno sempre più annebbiati, confusi, complicati? Per chi vuole farsi notare nella più antiamericana delle feste nazionali, la bandiera della Nato si può prendere su Amazon, a 19.50 euro. Un po’ cara, ma decisamente bella, elegante, da superpotenza, con “doppia piega perimetrale, corda e guaina, ideale per interni e esterni”. “Top quality”, secondo i pochissimi recensori. Si capisce che non si vende granché. Non fosse stato per Gianfranco Pagliarulo che l’ha dichiarata “inopportuna”, con quella rosa dei venti bianca su fondo blu l’avremmo tutti scambiata per lo stemma d’un esclusivo yacht club antifascista. Il vessillo d’una fantomatica “brigata nautica”, a molti sconosciuto fino all’altro ieri, che sventola tra Sinistra italiana e Potere al popolo, tra le bandiere della Fiom e Cgil, Cisl, Emergency e falci e martello del Pci e gli immancabili vessilli della Palestina.

 

Perché la resistenza ucraina “non si può paragonare a quella italiana”, ma il link tra il Comitato di liberazione nazionale e Hamas è sempre immediato, naturale, scontato. Per mettere in crisi i tifosi della pace universale, perpetua, rigorosamente equidistante, Amazon propone anche una bandiera con colomba e scritta “no war”, ma su inequivocabile fondo giallo-blu dell’Ucraina, “ideale per balcone, cancello, giardino”, perfetta anche per “raduni, eventi, marce”. “Colore vivido e bello, ottimo per mostrare amore e pace”, ma strizzando anche l’occhio alle esercitazioni della Nato. Prezzo invitante, recensioni negative (“tessuto pesante e scadente”; “sicuramente fatta in Cina”; “non sventola bene se c’è poco vento”, “mi è arrivata stampata solo da un lato”). Struggente, ma decisamente fuori-budget la bandiera filologica della “Brigata Garibaldi” (prezzo minimo 50 euro). Però, come ripiego, tra i “prodotti correlati” l’algoritmo suggerisce una bandiera della vecchia Urss, “bandiera rossa comunista con foro per asta”, per il ripristino della tradizione più rigorosa, a sei euro e cinquanta. Recensioni contrastanti: “La bandiera è bella ma un po’ trasparente”; “l’ho presa per l’addio al celibato, sono rimasto contento”; “acquistata su richiesta del nonno, gli è piaciuta moltissimo”; “più che una bandiera sembra una tovaglia, anche stirando non vanno via le pieghe”.

 

Ci sarebbe infine la bandiera dell’Europa, “in poliestere nautico antivento con bordi rinforzati”. “Ottimo rapporto qualità-prezzo”; “buon tessuto e cuciture rifinite”, “ideale per il balcone, ma si può usare in caso anche come mantello”. Come forse si ricorderà, con la bandiera europea c’aveva già provato il Pd, nel lontano 2017. Un 25 aprile #tuttoblue, con l’hashtag davanti, in omaggio alla discontinuità di Renzi, e il kit dei “patrioti europei”: cappellino, bandiera, asta, pettorina. Andò malissimo. L’anno seguente si ritornò subito al rosso delle “belle bandiere”. Tra un patriota europeo e l’altro, erano spuntati infatti cartelli che inneggiavano a Coco Chanel. Non già madrina della “Brigata N° 5”, ma “collaborazionista, amante di nazisti, fieramente antisemita”, come notarono con sdegno in molti. Prima di riprendere a fischiare allegramente la brigata ebraica.

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