L'analisi

Martedì arrivano gli ispettori di Bruxelles per il Pnrr, ma Palazzo Chigi c'è il rodeo sulla Concorrenza

Valerio Valentini

La prossima settimana, per tre giorni, i funzionari della Commissione europea valuteranno lo stato di avanzamento dei 45 progetti del Reecovery in scadenza a giugno: ballano 24 miliardi. Ma intanto sui tassisti il centrodestra minaccia il governo: "Vi ritroverete assediati". La riunione di governo finisce in baruffa, o forse in nulla

La minaccia, di per sé, ha avuto qualcosa di grottesco più che di pericoloso: “Guardate che la prossima settimana rischiate di ritrovarvi coi tassisti che assediano Palazzo Chigi”, hanno detto il leghista Edoardo Rixi e il berlusconiano Maurizio Gasparri. E fosse stato solo per questo, Roberto Garofoli ne avrebbe sorriso senza farne grandi drammi. Se non fosse, però, che a preoccupare il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio è il fatto che la settimana prossima un’incombenza c’è davvero, e quella sì importante.  Perché martedì la Commissione europea arriverà a Roma per verificare lo stato d’avanzamento del Pnrr. E allora quelle baruffe politiche sul ddl Concorrenza potrebbero diventare un problema serio. 

I funzionari di Bruxelles resteranno nella capitale dal 29 marzo al primo aprile. Tre giorni di analisi incrociate e incontri che si svolgeranno al Mef e a Palazzo Chigi. Sarà il primo esame sul conseguimento dei 45 obiettivi fissati per giugno e a cui è collegata una rata da 24 miliardi.   

Eccola, l’inclemenza delle scadenze europee, indifferenti ai trambusti della guerra, figurarsi di quelli della maggioranza di governo. Che ieri mattina sono tornati a manifestarsi proprio sul disegno di legge che più di tutti appare tribolato, e su cui però la Commissione non ammette inciampi. Entro la fine dell’anno il nuovo assetto della Concorrenza deve essere operativo, con tanto di decreti attuativi. Significa che il Parlamento deve licenziare la delega  a giugno (e del resto a giugno bisognerà anche avviare l’iter per la successiva legge annuale sulla Concorrenza per il 2023: per dire di come siano serrate le scadenze del Recovery). E insomma prima di Pasqua, che cade il 17 aprile, il ministro Federico D’Incà spera di ottenere il primo via libera dal Senato. Ma quella di ieri era già la quarta riunione tematica, sul ddl Concorrenza, e non è stata ancora quella risolutiva.

Perché l’idea di separare le varie questioni del provvedimento, e su ognuna promuovere un confronto tra il governo e i responsabili dei partiti di maggioranza, per ora sta producendo il bizzarro effetto di rimescolare ogni volta le carte, con maggioranze a geometrie variabili che d’incanto si creano e con la stessa semplicità si modificano. Era già successo sulle concessioni idroelettriche e sulle farmacie.

Ed è successo anche ieri, nell’incontro dedicato ai trasporti. E così Pd e M5s, che erano d’accordo nel tenere il punto sui tassisti, col centrodestra sul fronte opposto a chiedere di stralciare la norma, si sono poi ritrovati su fronti opposti quando il Pd, insieme a Leu, s’è schierato a difesa dell’affidamento in house dei servizi di trasporto pubblico locale, con i grillini che a quel punto viravano sulle posizioni della Lega. E poi un po’ tutti, ciascuno pressato dalla sua piccola lobby di riferimento, ciascuno assediato da questa o da quella delle miriadi di associazioni di categoria, un esercito infinito che lotta indefessamente per la conservazione, chiedevano di espungere dal testo della delega le parti più delicate  e non direttamente contemplate nel Pnrr, anche a costo di trasformare la legge nel contrario di ciò che dovrebbe essere: e cioè un incentivo alla  concorrenza.

Il tutto davanti agli occhi dei ministri Giancarlo Giorgetti ed Enrico Giovannini, che per lo più allargavano le braccia. Sanno anche loro, come lo sa Garofoli, che di margini di negoziazione ce ne sono pochi, perché in effetti già molto, già troppo, si è contrattato nella fase di lunga gestazione della delega, protrattasi per oltre sei mesi. E il meglio,  cioè il peggio, deve ancora venire. Perché martedì prossimo, sempre a Palazzo Chigi, ci sarà il rodeo più pazzo: quello sulle concessioni balneari. Proprio nelle stesse ore in cui, sempre a Palazzo Chigi, ci saranno le riunioni coi funzionari di Bruxelles per verificare la progressione dei progetti del Pnrr. Sperando, almeno, che le due delegazioni non s’incrocino.

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  • Valerio Valentini
  • Nato a L'Aquila, nel 1991. Cresciuto a Collemare, lassù sull'Appennino. Maturità classica, laurea in Lettere moderne all'Università di Trento. Al Foglio dal 2017. Ho scritto un libro, "Gli 80 di Camporammaglia", edito da Laterza, con cui ho vinto il premio Campiello Opera Prima nel 2018. Mi piacciono i bei libri e il bel cinema. E il ciclismo, tutto, anche quello brutto.