Il Cdm

Draghi cerca un asse con Spagna, Portogallo e Grecia per avere più gas dal Nordafrica

I numeri di Cingolani e la difficoltà di assemblare il nuovo decreto energia

Carmelo Caruso

I Cdm diventano due. Prima road map Covid. Sul decreto energia si lavora ancora. L'idea Garofoli-Giorgetti di estendere la golden power alle materie prime. Venerdì, a Villa Madama, incontro con Sanchez, Costa e Mitsotakis

Santo tubo! Dal gasdotto Transmed arriva il 29 per cento di gas (si può aumentare)  dal Tap  ne transita invece il dieci (gli azeri hanno garantito che  raddoppieranno la cifra)  dal Greenstream  solo il quattro. I numeri li ha elencati Roberto Cingolani al Senato. Mario Draghi è invece “latinoamericano”. Insieme a Spagna, Portogallo e Grecia vuole fare “cartello” per aumentare le importazioni di gas dai paesi del Nordafrica. Dagli americani si attende più Gnl (gas liquido). Si va verso due Cdm. Oggi si “taglia” il green pass. Domani bollette e carburante. Sulle materie prime, Giorgetti e Garofoli fanno sogni d’oro. Chiedono di applicare il golden power.


Numeri e speranze. Se ci fosse il “price cap europeo”, ha dichiarato Cingolani in Parlamento, “sarebbe la vera grande notizia”. Ma se ne parla il 24 marzo al Consiglio europeo. La quantità di gas italiano importato dall’estero è “ben il 95 per cento e servono tre anni per affrancarsi”. Ormai si conosce a memoria. Alla Russia, alla prepotentocrazia di Putin, l’Europa sta “pagando ben un miliardo di euro al giorno”. Aggrediti e cornuti. Nella sua informativa, otto pagine di percentuali e geografia, il ministro della Transizione ecologica ha in pratica anticipato i provvedimenti energetici.

 

I soldi per tagliare il carburante? “Si può applicare un’accisa mobile grazie al maggiore gettito Iva e ridurre il prezzo alla pompa”. Le bollette? “Si possono annullare gli oneri di sistema grazie al gettito delle quote di emissioni di CO2”. In nove mesi il governo ha già speso 15 miliardi di euro per contenere il prezzo dell’energia, ristorare imprese e famiglie. Sono stati impiegati tutti. Il governo continua a ripetere che sullo scostamento di bilancio è “no”. Il Mef cerca altre risorse ma la forbice dei milioni non è stata ancora comunicata. La risposta del Mef: “Il provvedimento è ballerino”. Il ministro Daniele Franco entra ed esce da Palazzo Chigi. Il “soprasegretario” Roberto Garofoli ieri ha impugnato lo sterzo di governo. Convocava riunioni, riceveva ministri, assemblava decreti. Forse mangia pure. Appartiene alla famiglia dei “gran magri”.

 

Il decreto pronto è quello di uscita dall’emergenza Covid. Quasi pronto quello sulla crisi umanitaria (sono 19.069 i minori ucraini che sono già arrivati in Italia). Non ancora pronto quello sulle bollette e sul carburante. Si confida nel lavoro notturno. La viceministra dei Trasporti, Teresa Bellanova, che è la donna dalle mani terragne, la sindacalista italianaviva, ne sta curando la parte più delicata. Riguarda gli autotrasportatori. Minacciano di fermarsi. In verità lo hanno già fatto. Due giorni fa gli ha sottoposto un protocollo che dovrebbe entrare nel decreto.

 

In breve. Si offre una clausola di adeguamento del costo del carburante, costi minimi di riferimento aggiornati ogni tre mesi, oltre a più risorse per alleggerire i costi di pedaggio. Risultato? Insoddisfatti. E’ stato annunciato un grande sciopero dell’autotrasporto il 4 aprile indetto da una sigla particolarmente agguerrita. Ecco perché si sceglie di scorporare i Cdm. Il decisivo è quello di materia economica e merita di essere robusto. Più semplice quella sulla road map Covid. I contenuti: fine del Green pass all’aperto; cade quello rafforzato al lavoro per over 50 ma resta obbligo di vaccino per categorie.

 

Il secondo Cdm dovrebbe tenersi domani. L’altra grande questione è di natura strategica e di sviluppo industriale. C’è un “pacchetto Giorgetti” in esame: un fondo da 800 milioni per imprese colpite, un altro, quello di garanzia, da un miliardo, per quelle della manifattura. Confortato da Garofoli, propone pure il controllo delle esportazioni di materie prime verso paesi extracomunitari e la propone a tempo, fino a fine luglio. L’elenco delle materie è il governo che lo stila ma con un successivo dpcm. Chiede, ancora Giorgetti, che venga assegnato il potere di sanzione e una struttura al suo “mister prezzi”. Ne parlano tutti, lo conoscono in pochi. Si tratta di Benedetto Mineo. E’ il segretario generale del Mise, coordina l’attività delle direzioni. Se gli aggiungono “la paletta” ha un senso essere “mister”, se gli danno la carica ma senza il fischietto resta solo un pennacchio.

 

La buona parata è invece prevista per venerdì ed è a Villa Madama quando il premier aprirà le porte di casa. Potrebbe nascere infatti l’Europa da “quartier latino”. Italia, Spagna, Portogallo, Grecia e dunque Draghi, Sánchez, Costa, Mitsotakis. I primi due, in particolare, hanno un rapporto solido con gli stati a cui l’Italia si sta rivolgendo per approvvigionarsi di gas. Tutti e quattro dovrebbero fare sara-banda al Consiglio europeo contro i paesi frugali. In nome del santo tubo.
 

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  • Carmelo Caruso, giornalista a Palermo, Milano, Roma. Ha iniziato a La Repubblica. Oggi lavora al Foglio