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editoriali

Election day? Perché sì

Redazione

Buone ragioni non populiste per accorpare referendum e amministrative

Si parla di soldi da risparmiare nelle prime dichiarazioni, ovviamente di soddisfazione, dopo l’approvazione dell’ordine del giorno legato al decreto Milleproroghe con cui si chiede al governo di fissare la stessa data per il primo turno delle prossime amministrative e per i referendum. Lo fa il capogruppo leghista nella commissione Affari costituzionali, Igor Iezzi. Forse per un abituale riflesso vagamente populista, per trovare la chiave con cui vendere la proposta all’opinione pubblica, Iezzi si concentra (usando, purtroppo, i soliti toni inutilmente ruvidi verso la ministra Luciana Lamorgese) sui 200 milioni di euro risparmiabili con l’accorpamento, con il cosiddetto election day. Ma ci sono punti ben più importanti, sostenibili senza bisogno di scortesie, e certamente Matteo Salvini e il suo partito ne sono coscienti.

 

Perché questi referendum, pur con la loro tecnicità, potranno essere una buona occasione per portare una sana ventata di politica nel dibattito pubblico italiano. Politica intesa come posizionamento non solo tattico e come capacità di scelta su temi complessi, a partire dalla giustizia e dalle sue regole. Al posto delle manovre nascoste in Parlamento, degli emendamenti con cui giocare in modo opportunistico, i referendum impongono scelte chiare e leggibili e possono smontare, con utilità generale, certe aggregazioni e alleanze, che magari scricchiolano ma non cedono. Allora, se si toglie dal tavolo l’arma dell’astensionismo furbetto, con cui si punta non a esprimersi ma a non far raggiungere il quorum, la necessità di prendere posizione diventa piena e tutti i partiti dovranno decidere una linea, fare campagna e soprattutto spiegarsi. Con la giustizia di mezzo quelle spiegazioni già si annunciano interessanti per gli elettori. I partiti non dovrebbero vivere, però, questa condizione come un’imposizione fastidiosa ma come un’occasione per far tornare quel protagonismo di cui si sentono sottratti.

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