Foto Ansa 

EDITORIALI

In difesa dell'alternanza scuola-lavoro

Redazione

La strumentalizzazione di due tragici incidenti non è ciò che serve ai giovani

Nel 2019 i morti sul lavoro sono stati 1.437: quattro al giorno, bilancio inaccettabile e al centro di giuste proteste; ma nessuno ha mai manifestato tout court contro il lavoro. Nel 2021 si sono registrati 1.313 decessi in incidenti stradali: ma non è neppure immaginabile reclamare il divieto di circolazione. Anche all’interno delle scuole si muore: non parliamo di assalti armati all’americana, ma di 39 studenti che dal 2001 al 2019 sono rimasti vittime di crolli e altro. C’è una costante e giusta richiesta di mettere in sicurezza gli edifici scolastici, non certo di chiuderli. Ottomila persone all’anno perdono la vita in incidenti domestici. Che si fa qui? Però due tragedie, a gennaio e il 14 febbraio, con vittime studenti impegnati in stage scuola-lavoro (nel secondo caso nel trasferimento stradale) stanno facendo montare una campagna contro questo strumento di formazione e inserimento nella vita professionale.

 

Per ora da parte delle frange oltranziste delle organizzazioni studentesche: “Questa è la scuola che hanno voluto governi e padroni” afferma il Fronte della gioventù comunista che per il 18 febbraio ha indetto una mobilitazione “contro alternanza, maturità e repressione”. Ma anche Luca Redolfi, coordinatore dell’Unione degli studenti che ha un profilo più istituzionale e interloquisce con ministri e politici, dichiara: “Vogliamo che l’alternanza scuola-lavoro e gli stage siano aboliti e che l’idea di un sistema unicamente volto al profitto e allo sfruttamento cambi una volta per tutte”. Di alternanza scuola-lavoro ci sono moltissimi esempi, comprese le specializzazioni negli ospedali, e non sono tutti esenti da rischi. Nel mirino c’è però la pratica nelle fabbriche, un modello che pezzi del mondo studentesco, politico e docente hanno sempre ideologicamente osteggiato. E del quale c’è invece un gran bisogno (in  sicurezza, ovviamente) come dimostrano i dati sulla mancanza di lavoratori specializzati. Giovani vite interrotte sono un terreno fertile per le strumentalizzazioni; guai se partiti e istituzioni si lasciano tentare.

Di più su questi argomenti: