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l'intervento integrale

"Genova è il simbolo della ripartenza del paese". Il discorso di Draghi

Redazione

Pnrr, infrastrutture, occupazione giovanile. "Il mio auspicio è che lo stesso spirito di rinascita che vediamo qui possa continuare a pervadere tutta l’Italia negli anni cruciali che abbiamo davanti", dice il premier in visita nel capoluogo ligure

La prima uscita di Mario Draghi dopo la chiusura della partita del Quirinale è a Genova, ritenuta dal governo la città “emblematica”, perché un'esempio di velocità. Secondo il premier è questo il luogo Italia che meglio può interpretare il nuovo spirito del tempo. Pubblichiamo qui di seguto il discorso che ha tenuto questa mattina nella città ligure.


 

È un grande piacere essere oggi a Palazzo San Giorgio, storico presidio marittimo della città di Genova. Voglio ringraziare il Presidente Toti, il Sindaco Bucci e voi tutti per la calorosa accoglienza. Come ricorda la sua facciata, Palazzo San Giorgio è il “Palazzo del mare”.  È stato sede delle magistrature dei traffici portuali, della dogana, del Banco San Giorgio, e infine dell’Autorità portuale. Testimonia il rapporto profondo tra Genova e il mare – un rapporto che ha segnato la storia d’Italia.

L’intraprendenza e l’ingegno dei mercanti hanno reso la Repubblica di Genova una delle grandi potenze del Mediterraneo. Da Quarto, sulle navi a vapore dell’armatore genovese Rubattino, “i Mille” sono partiti verso la Sicilia per unire la nostra penisola. Nei cantieri genovesi sono state costruite alcune delle imbarcazioni più celebri della nostra storia marittima, come i transatlantici Rex e Michelangelo. Ed è anche grazie alle navi che caricano e sbarcano merci - in questo, come negli altri porti italiani - che la nostra industria si è affermata in Europa e nel mondo.

La storia recente di Genova - e il coraggio dei genovesi - ci mostrano soprattutto come ripartire dopo una tragedia. Penso a quanto successo dopo il crollo del Ponte Morandi. Voglio esprimere di nuovo la vicinanza del Governo e mia personale ai familiari delle 43 vittime, ai feriti, ai loro cari. Oggi, come quattro anni fa, il loro dolore è il nostro dolore. E voglio ringraziare la struttura commissariale, le autorità locali, il Senatore Renzo Piano e tutti coloro che sono stati coinvolti nell’opera di ricostruzione. Un esempio di collaborazione, rapidità, concretezza che è diventato un modello.
 
Sul viadotto Genova-San Giorgio e sulle strade che vanno verso il porto transitano ogni anno centinaia di migliaia di tir e automobili.  Se si escludono i passeggeri locali, dal porto di Genova passa più del 10% delle persone in transito nei porti italiani – 3,5 milioni nel 2019. Soltanto nel 2020, sono transitate 44 milioni di tonnellate di merci. Il sistema portuale di Genova e Savona è il primo in Italia per traffico di container da e verso terra, con un terzo del totale nazionale. Nel complesso, questi flussi generano ogni anno 10 miliardi di valore aggiunto e danno lavoro a più di 30 mila persone - 120 mila se consideriamo l’indotto.
 
La velocità e l’efficienza dello scalo portuale sono fondamentali per le nostre esportazioni e per l’intero settore produttivoOggi, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, insieme al Programma Straordinario, ci consentono di rendere il Porto di Genova ancora più competitivo e sicuro.  È un investimento sulla città, e sull’industria regionale e nazionale. L’Italia è diciannovesima al mondo per tempi e costi associati alla logistica, anche a causa degli oneri burocratici e dei ritardi nello sviluppo digitale. Dobbiamo abbattere questi ostacoli, per cogliere a pieno i vantaggi offerti dall’aumento degli scambi commerciali.

In particolare, intendiamo ampliare le infrastrutture, per accogliere un traffico sempre maggiore. Vogliamo migliorare la connessione tra porti, reti stradali, ferrovie, per far fronte alla concorrenza degli altri porti mediterranei e di quelli nord-europei. Accelerare la digitalizzazione di tutta la catena logistica, per favorirne la flessibilità e ridurre le inefficienze. E semplificare i procedimenti amministrativi per agevolare i flussi.

Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza ci consente di investire in progetti di lungo termine e migliorare la sostenibilità ambientale e sociale delle nostre infrastrutture.  Nel caso del Porto di Genova, impieghiamo 500 milioni per la nuova diga foranea, per consentire l’accesso a navi di nuova generazione, rafforzare la sicurezza, facilitare le manovre. Semplifichiamo le procedure per la pianificazione strategica e riformiamo le regole per le concessioni

Investiamo nell’alta velocità e nel potenziamento del nodo ferroviario di Genova – un cantiere già avviato. I lavori sono in corso anche per quanto riguarda il “Terzo Valico”, un investimento da 7,4 miliardi di euro per velocizzare i collegamenti con il nord Italia e il resto d’Europa. Sempre con il PNRR, procediamo con l’elettrificazione delle banchine, per ridurre l’inquinamento atmosferico e acustico di tutta l’area.  Tutte queste misure creeranno nuove opportunità di lavoro per migliaia di persone nell’intera Regione.

Il porto non è soltanto una zona economica ma è, prima di tutto, parte della città. Voglio ricordare le parole di un sindaco di Genova, tra i protagonisti della trasformazione del Porto conclusa con l’EXPO del 1992 - Cesare Campart. Per Campart, Genova doveva recuperare la valenza del mare, “sia per quanto concerne il suo porto, sia per quello che riguarda una vivibilità complessiva della città”. Occorreva, ragionava sempre il sindaco, “attivare industrie compatibili con l’ambiente migliorato”.

L’Expo ha segnato un momento di svolta, a partire dall’abbattimento del muro che separava l’area portuale. Con l’ampliamento della Via del Mare, l’ammodernamento delle vecchie strutture e la creazione di nuove - come l’Acquario - il Porto Antico è rinato come centro turistico e culturale.

La stessa prospettiva di sviluppo sostenibile deve continuare a guidare i nostri sforzi. La crescita del porto passa attraverso il miglioramento della qualità della vita per i cittadini.
Per questo, sempre nel PNRR, sono previsti interventi per riqualificare diversi quartieri. Come proposto dal Comune e dalla Regione, investiamo oltre 130 milioni di euro per ristrutturare edifici e recuperare immobili confiscati alla mafia e alloggi popolari; per favorire associazioni culturali e senza fini di lucro; per aiutare con specifiche agevolazioni i giovani che vogliono vivere vicino al porto. 
 
Far crescere l’area portuale di Genova vuol dire scommettere sul potenziale di questa città. Sulla capacità del nostro Paese di essere protagonista nel Mediterraneo e nel mondo.
Vuol dire creare occupazione e nuove opportunità per i giovani. E dimostrare che interventi di questa portata possono essere realizzati nel rispetto dell’ambiente e andare di pari passo con il miglioramento dei servizi per i cittadini. Per una città ancora più vivibile e sempre più vicina al mare. “Genova sempre nuova, vita che si ritrova”, scriveva il poeta Giorgio Caproni nel suo celebre tributo alla città. Il mio auspicio è che lo stesso spirito di rinascita che oggi vediamo a Genova possa continuare a pervadere tutta l’Italia negli anni cruciali che abbiamo davanti.

Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza appartiene a tutti gli ItalianiDobbiamo portarlo avanti con unità, fiducia, determinazione. Lo scorso anno abbiamo raggiunto tutti gli obiettivi previsti. Lo stesso accadrà anche quest’anno. È una questione di serietà – verso i cittadini, e i nostri partner europei. Ed è una questione di affidabilità – perché la crescita sostenuta, equa, sostenibile è il miglior custode della stabilità.

Un’Italia affidabile, fiduciosa nelle proprie straordinarie capacità; un’Italia dei giovani e delle donne; un’Italia che non dimentica i deboli e protegge gli anziani; un’Italia dove c’è spazio per il futuro. Questa è l’Italia per cui lavoro, per cui tutti noi dobbiamo batterci.  Perché la storia d’Italia passa da tutti noi.
Grazie.

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