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Colle o Consulta? L'ipotesi Amato e l'incrocio di destini del 29 gennaio

Quel giorno l'ex presidente del Consiglio diventerà ufficialmente presidente della Corte costituzionale

Che si debba "fare presto", lo vanno dicendo in tanti. E pare siano quasi tutti convinti che ci si debba sforzare di chiudere la partita del Colle entro questa settimana. Ma c'è una persona, un protagonista per ora laterale ma forse non necessariamente secondario della sfida, per il quale una scadenza imminente si incrocia davvero con le sue ambizioni quirinalizie. Perché il 29 gennaio prossimo, quando cioè l'assemblea dei grandi elettori potrebbe essere convocata per il sesto scrutinio, Giuliano Amato diventerà ufficialmente presidente della Corte costituzionale.

 

 

Chi infatti ora ricopre quel ruolo, e cioè il magistrato napoletano Giancarlo Coraggio, terminerà venerdì prossimo il suo mandato, iniziato a dicembre 2020. E l'indomani il suo attuale vice, l'ex premier socialista, prenderà il suo posto. Con tanto di conferenza stampa inaugurale programmata per l'ora di pranzo. Il tutto, ovviamente, se prima non si dovesse trovare proprio sul nome del professor Sottile un'intesa in grado di garantirgli i voti necessari a diventare capo dello stato. Ipotesi al momento tutta da costruire, e però sempre, proverbialmente, da tenere in considerazione. Nel Pd c'è chi pensa proprio ad Amato come possibile nome alternativo a quello di Mario Draghi, nel caso in cui le tensioni sul governo dovessero suggerire di individuare un profilo super partes e istituzionale diverso da quello del premier. E di certo che il nome di Amato è stato proposto anche da Enrico Letta a Matteo Renzi, nel loro incontro della scorsa settimana.

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