promesse mancate

Così Gualtieri rivendica la non vittoria sui rifiuti di Roma

Gianluca De Rosa

Come prevedibile l'ambiziosa promessa del neo sindaco di ripulire la città entro Natale non si è realizzata. Incalzato sull'argomento, Gualtieri ha prontamente aggiustato il tiro
 

Certo il tasso epico non è lo stesso. Ma il grado di ambizione, la vertigine della sfida non si discostano poi così tanto. Affacciato dal balcone di palazzo Chigi, Luigi Di Maio aveva annunciato “l’abolizione della povertà”. In modo più sobrio, ma non meno velleitario, parlando con i cronisti poco dopo la sua elezione a sindaco, Roberto Gualtieri aveva promesso: “Roma sarà pulita entro Natale, o forse prima se riusciremo a essere rapidi”. Non bastò il Reddito di cittadinanza a cancellare i poveri dall’Italia, non sono bastati né i 40 milioni aggiuntivi, né i bonus ai netturbini per ripulire in meno di due mesi la capitale più zozza del mondo.

E così anche Gualtieri ieri mattina, durante una conferenza stampa nella sala della Protomoteca del Campidoglio, ha dovuto ammetterlo: “Ci sono stati dei miglioramenti tangibili, in tante zone però restano ancora delle criticità; Roma è più pulita di come l’abbiamo trovata, ma non ancora come merita”.
Alla fine l’incontro con i giornalisti, a dispetto del titolo – “Bilancio e prospettive del piano di pulizia straordinaria” – sembra l’occasione per dare un’aggiustatina al tiro troppo grandioso offerto dal sindaco ai romani e ai cronisti sulle ali dell’entusiasmo d’inizio mandato.

Gualtieri spiega in sostanza una cosa che avevano capito già tutti: per ripulire Roma servirà più tempo. Più che ad avere la città linda e pinta a Natale, lo chiarisce proprio lui, il piano di pulizia straordinaria “è stato decisivo per evitare una crisi che si sarebbe sicuramente determinata durante le feste per i problemi strutturali e per l’incremento della produzione dei rifiuti”. E così, per paradosso, sull’annuncio delirante l’ex ministro dell’Economia si ritrova bacchettato dagli ideatori del genere, i grillini: “La pulizia straordinaria della città era una fiaba. Natale è passato e la città è più sporca di prima”, attacca la capogruppo M5s in Campidoglio, Linda Meleo. La segue Carlo Calenda: “Gualtieri – dice il leader di Azione – ha sbagliato a fare una promessa irrealizzabile, neanche Superman però poteva ripulire Roma in tre mesi”. 

Ma perché allora essere così sfacciatamente ottimisti? Quando glielo chiediamo il sindaco s’indispettisce un po’. “Guardate – dice, non molto convincente – questo tema della promessa incauta ha appassionato molto i giornali, ma i cittadini hanno capito perfettamente quello che è successo: la nostra non era una promessa, ma un impegno a dedicarci come prima cosa alla pulizia della città, nessuno però pensava che in meno di due mesi avremmo potuto risolvere il problema dei rifiuti”. Sospiri in sala.

In ogni caso: basta annunci incongrui. Anzi, il primo cittadino, l’assessora ai Rifiuti Sabrina Alfonsi e l’amministratore di Ama Angelo Piazza hanno una nuova tabella di marcia, più dettagliata e meno utopistica, da offrire ai romani. “Adesso – illustra Gualtieri – ci sono tre step da affrontare: nei prossimi 3-6 mesi dovremmo consolidare, estendere e migliorare quanto fatto finora, nel medio periodo penseremo ai nuovi impianti e al potenziamento di quelli esistenti, l’obiettivo di fine mandato è quello di chiudere il ciclo dei rifiuti”.
Il “come”, nodo cruciale di tutta la faccenda, rimane però sospeso. Il sindaco spiega che per adesso, grazie agli accordi con aziende in Abruzzo e Lombardia, ci sono gli sbocchi per raccogliere più spazzatura di prima e avere anche un margine di 500 tonnellate per affrontare eventuali emergenze. Assessora e primo cittadino, tuttavia, sono elusivi sul tema della discarica. Relizzarne una all’interno dei confini comunali è stato il diktat inaggirabile che la Regione Lazio di Nicola Zingaretti aveva imposto all’ex sindaca Virginia Raggi. Pena: il commissariamento, evitato solo grazie a una serie di ricorsi.

Ma sul punto Gualtieri schiva le domande, mentre Alfonsi promette che a breve sarà presentato il piano industriale di Ama e che “la fitta rete di nuovi impianti, discariche comprese, sarà pubblica”.
Ed è qui che il sindaco dice anche una cosa che va in controtendenza e fa sentire odore d’inceneritore: “Il potenziamento degli impianti di valorizzazione è destinato a ridimensionare anche il peso del conferimento in discarica”. È un fatto che Acea realizzerà a breve una quarta linea del suo termovalorizzatore di San Vittore, mentre la Regione Lazio si appresta a dare il suo via libera a una nuova discarica fuori Roma, a Magliano. Due fatti che potrebbero salvare il sindaco dalla necessità di indicare un’area per un nuovo invaso capitolino.
 

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