Lotito pronto a ottenere il seggio, ma il Senato diventa un suq

Valerio Valentini

Salvini prova a rubare la Minuto a Forza Italia. Renzi rischia di perdere due pedine. E così Lega e Iv si ritrovano a fare asse (insieme a Leu). Le manovre di Turco e Conte con Emiliano. Le convergenze impensabili di Palazzo Madama

La situazione è così surreale, le convergenze così ardite, che alla fine nell’Aula di Palazzo Madama si ritrovano a votare insieme Lega, Italia viva e Leu. E se ci sta che i renziani cerchino accordi con chiunque, la posizione della Lega si spiega solo avvalorando i pettegolezzi più licenziosi. Quelli secondo cui Carmela Minuto, senatrice di FI che dovrebbe cedere il suo seggio a un altro azzurro, Michele Boccardi, è prossima all’approdo nel Carroccio, anche grazie all’opera di convincimento di quel Davide Bellomo, salviniano di Puglia, che è anche suo compagno. Uno scambio in cui, per accordi trasversali tra Taranto e Bari, ci guadagnerebbe però anche Michele Emiliano, che dei trasversalismi spericolati ha fatto un’arte: ed è per questo che Mario Turco, vice di Giuseppe Conte e tessitore rossogiallo nel Tavoliere, ha chiesto ad alcuni suoi senatori del M5s di accodarsi anche loro alla difesa della Minuto, già potenziale possibile “responsabile” un anno fa.

Claudio Lotito pronto a ottenere il seggio in Senato

Ecco, se dal voto di domani si rideterminerà la riassegnazione di una manciata di scranni senatoriali, è da questo caos indecifrabile che dura da 14 mesi, che ciò avverrà. E non a caso, chi nella confusione ha dimostrato di prosperare, ora può sperare. Perché alla fine il blitz ostruzionistico di Lega e Iv fallisce. E quindi tra poche ore anche Claudio Lotito, patron di Lazio e Salernitana, dopo quattro anni di attesa potrà ottenere l’ambito laticlavio.


La questione sarebbe anche grave, ma non è seria. Questione di elezioni contestate, di vizi di forma, di contenziosi in punto di diritto e in pieno legalese che si trascinano da inizio legislatura. E che però poi, ovviamente, s’impastano alla politica più triviale. Per cui il Pd, ad esempio, dà una mano a FI per far entrare Lotito (sempre che lui non dia seguito a certe velate minacce di passare direttamente con FdI, “visto che i miei supposti amici non tanto mi aiutano”), a patto che poi gli azzurri ricambino il favore blindando il dem Daniele Manca (che ieri sera è stato infatti salvato dalla Giunta per le elezioni). Solo che dall’accordo ne resta fregato Matteo Renzi: che perde Vincenzo Carbone (per Lotito) e non guadagna Ernesto Carbone (a causa della conferma di Manca). Così l’ex premier scalpita, e i leghisti trovano l’occasione per fomentare il caos. Avrebbero in teoria l’interesse di procedere alle sostituzioni, loro, così da poter rimpiazzare il senatore Paolo Saviane, morto ad agosto. E però Salvini indugia, per incassare anche il trasferimento della Minuto. Indisponendo così FI, e contribuendo forse inconsapevolmente a fomentare le divisioni nel M5s.


Domani si inizia. Si voterà su Lotito e sulla Minuto, e poi sul caso Saviane e su quello di Adriano Cario, senatore del Misto eletto all’estero con schede truccate, pare, ma salvato già dai colleghi di Palazzo Madama. Il tutto a ridosso della sfida del Quirinale, dove ogni numero conterà.

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  • Valerio Valentini
  • Nato a L'Aquila, nel 1991. Cresciuto a Collemare, lassù sull'Appennino. Maturità classica, laurea in Lettere moderne all'Università di Trento. Al Foglio dal 2017. Ho scritto un libro, "Gli 80 di Camporammaglia", edito da Laterza, con cui ho vinto il premio Campiello Opera Prima nel 2018. Mi piacciono i bei libri e il bel cinema. E il ciclismo, tutto, anche quello brutto.