L'intervista

Parla il vice di Fedriga: "La destra sia unita sui vaccini. Servono controlli veri con la Slovenia"

Carmelo Caruso

"In Friuli Venezia Giulia il super green pass ha fatto aumentare le prenotazioni. L'errore è portare la malattia nella dialettica politica". Intervista a Riccardo Riccardi, assessore alla Sanità

È il vice di Massimiliano Fedriga, assessore alla Sanità del Friuli Venezia Giulia, e dice che questo “paese ha un problema di delega”, che sarebbe il momento di smetterla con la frase banalità “dobbiamo comunicare meglio”. Perché non le piace? “Ma cosa c’è da comunicare? Il numero dei morti per Covid lo conoscono tutti. Questo virus si sconfigge solo se ciascuno ritorna al proprio posto. Se l’idraulico fa l’idraulico e il chirurgo fa il chirurgo. E invece qui il paziente vuole fare il medico del medico. Anche la politica ha sbagliato, si è smarrita”.

 

Si chiama Riccardo Riccardi e sarà il primo assessore regionale alla Salute a sperimentare il super green pass, ad anticiparlo il 29 novembre. Il Friuli Venezia Giulia si colora infatti di giallo dopo un mese di cortei no pass, a causa della permeabilità dei confini (Austria e Slovenia) e per una storica diffidenza nei confronti del vaccino. Anziché parlare di super green pass, Riccardi, preferisce parlare di “green pass da vaccino” e anticipa che nella sua regione “le prenotazioni, che erano quasi ferme, sono passate a circa 10 mila”.

 

E’ un buon dato? “E’ troppo presto per fare valutazioni vere. Il momento più difficile sarà marzo quando la grande massa dei vaccinati dovrà effettuare il richiamo”. Cosa sarebbe accaduto in Friuli Venezia Giulia senza il super green pass? “Significava abbassare nuovamente la capienza di cinema, stadi e teatri”. Anche lei è stato minacciato? “I no vax hanno cominciato con me. Morte compresa. Adesso hanno preso di mira Fedriga”. E per settimane Trieste è diventata la capitale degli squilibrati. Perché? “Perché hanno trovato una città, un territorio, storicamente diffidente. Hanno sposato la protesta dei portuali. Stiamo pagando quei cortei che ci hanno fatto diventare il più grande focolaio d’Italia”.

Racconta quindi che la domanda da farsi è “chi controlla?”. Mario Draghi, nel presentare il green pass, ha assicurato che le verifiche aumenteranno. E Riccardi dice che è sicuro ma che “rimane insoluto il problema con Slovenia e Austria”. Roberto Speranza per arginare la variante sudafricana ha emanato ordinanze di chiusura per chi viene dai paesi africani. Non basta? “Ricordo che un anno fa, quando si impedirono i voli dalla Cina, c’erano cinesi che passando da Mosca facevano tranquillamente scalo a Lubiana per poi arrivare a Trieste”.

 

Vuole quindi la chiusura dei confini con Austria e Slovenia? “Dico solo che serve reciprocità. Dico che siamo troppo indulgenti e che anche questo strumento, come il super green pass, funzionerà se saremo capaci di controllare. In questo momento chi entra da Slovenia e Austria non viene controllato. Sfugge. Preferisco poche regole al posto di mille ma chiare”. Anche lei farebbe vaccinare i bambini al di sotto dei dodici anni? “Naturalmente. Ho un figlio che ha superato quell’età. Il presidente Fedriga ha risposto per tutti. Accompagnerà suo figlio a vaccinarsi e lo ha già dichiarato. E’ il solo modo per proteggere loro e proteggerci noi”.

 

Giorgia Meloni ha anticipato che non vaccinerà sua figlia. Perché, a destra, il vaccino separa? “E’ accaduto qualcosa di più complesso. E’ la prima emergenza sanitaria in presenza di social. Si è portata la malattia nella dialettica politica. Non abbiamo capito che dovevamo stare tutti dalla stessa parte”. Qual è la sua, con chi milita? “Faccio quello che mi dice la scienza. Vaccini e medici. E’ quella la mia parte. La buona parte”.

 

  • Carmelo Caruso
  • Carmelo Caruso, giornalista a Palermo, Milano, Roma. Ha iniziato a La Repubblica. Oggi lavora al Foglio