cronache capitoline

Lo strano silenzio di Virginia Raggi

Gianluca De Rosa

L’ex sindaca ha partecipato a tutte le prime riunioni dell’Assemblea capitolina, ma senza mai intervenire. Non replica alle linee programmatiche di Gualtieri ed elude i giornalisti. Alcune domande senza risposta 

Che il silenzio possa fare rumore non è una novità. Nascondersi per destare curiosità è una strategia rodata. Da quando è iniziata la nuova consiliatura l’ex sindaca Virginia Raggi è stata sempre presente a tutte le prime sedute dell’Assemblea capitolina, è rimasta quasi sempre seduta, sguardo fisso sul tablet e le scartoffie dei lavori d’aula, senza concedersi mai neanche una pausa per andare al bagno. Prima ad arrivare ed ultima ad andarsene, senza parlare mai e per nessun motivo con i giornalisti. 

 

Oggi pomeriggio però i tempi sembravano propizi per tornare ad ascoltare la sua voce, almeno in Aula Giulio Cesare. Non dalla poltrona del sindaco, ma dagli scranni dell’opposizione. Un intervento per indicare la strada, per capire quale sarà la posizione del M5S a Roma, ma anche, indirettamente, quella di Raggi all’interno del Movimento 5 stelle. Lei però ha deciso diversamente. Ha scelto di superare Giuseppe Conte. Altro che non parlare più in Rai, non si parla più punto.

 

Il sindaco Roberto Gualtieri presentava all’Assemblea capitolina le linee programmatiche della sua amministrazione. Un intervento di più di un’ora per raccontare quanto fatto nei primi giorni e presentare il piano di governo per i prossimi cinque anni. Tutti attendevano di ascoltare come l’ex prima cittadina avrebbe replicato. Il primo a commentare invece è stato Carlo Calenda. Un intervento duro per dire che “non si vede nessun avanzamento rispetto al programma elettorale. Gli obiettivi sono vaghi, slogan, non si precisa né in quanto tempo né con quali risorse verranno raggiunti”.

La palla è passata dunque ai cinque stelle. Ma Virginia Raggi non si è alzata in piedi. Al suo posto a parlare è stata la capogruppo grillina Linda Meleo. Un quarto d’ora di critiche puntuali e rivendicazioni dei propri meriti (Meleo fu assessora, l’unica arrivata a fine mandato, della giunta Raggi), per annunciare poi la posizione dei 5 stelle nei confronti del nuovo governo della città: “Saremo un’opposizione che non farà sconti, ma sicuramente collaborativa”. Frase di circostanza ad alto tasso di contraddittorietà. In questi primi giorni Meleo si è trovata a svolgere un doppio ruolo. Oltre alla presidenza del gruppo, l’ex assessora è diventa ancella, guardia del corpo e interprete di Raggi. E così, quando per la prima volta dopo quattro sedute l’ex sindaca si è finalmente alzata dallo scranno per concedersi una breve pausa al bar, lo ha fatto stretta stretta a Meleo. Ai cronisti che l’hanno inseguita per chiederle un commento, ha replicato soltanto: “No, c’è qui la capogruppo apposta, parlate con lei”. Interverrà in aula? “No, lo ha fatto già la capogruppo”. Nessun margine per altre domande. Alcuni consiglieri maliziosamente suggeriscono: “Aspetta di essere nominata alla commissione speciale su Expo” che la maggioranza le ha offerto. Altri ironizzano: “È ancora sotto choc dopo la batosta elettorale”.

Intanto però molte questioni rimangono senza risposta: come si comporterà l’ex sindaca nei confronti della giunta Gualtieri? Sarà collaborativa o non farà sconti? Che cosa sarà della piattaforma “RomEpolis 2030” lanciata alcuni giorni fa? Sarà il primo passo per un nuovo soggetto politico che aggreghi un pezzo di malcontento grillino? Nel silenzio ognuno può immaginare quello che vuole. 

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