A Roma

La diretta dall'assemblea di Confindustria, Bonomi: "Draghi è l'uomo della necessità"

Il presidente del Consiglio partecipa all'incontro degli industriali: ripartenza, Pnrr, e rilancio dell'economia i temi al centro dell'evento annuale

Redazione

Tra ripartenza e Pnrr, questa mattina al Palazzo dello sport di Roma va in scena l'assemblea annuale di Confindustria, alla quale parteciperà anche Mario Draghi: davanti a una platea di circa 1700 invitati, tutti muniti di green pass,  il premier parlerà di ripresa, crescita e riforme, di fisco e di come consolidare i segnali positivi che arrivano dall'economia. Una presenza non scontata, pochi tra i suoi predecessori (Conte, Berlusconi e Prodi) vi hanno preso parte, e dal valore anche simbolico, che testimonia come per il presidente del Consiglio l'industria sia assolutamente centrale in questa fase e nello sviluppo del paese.

L'Assemblea si aprirà con la proiezione di “Centoundici. Donne e uomini per un sogno grandioso”, un cortometraggio ideato prodotto dalla stessa Confindustria e presentato alla mostra del cinema di Venezia, che racconta il mondo dell'impresa e il ruolo decisivo dell'industria, tra gli attori principali dei cambiamenti e delle trasformazioni dell'Italia. Dopo il cortometraggio sono attesi gli interventi degli industriali, del presidente Carlo Bonomi, e quello di Mario Draghi che parlerà alle 10.30

 

L'intervento di Draghi: "Ripresa migliore di quello che avevamo immaginato. La sfida è che sia duratura e sostenibile"
 

"L'Italia vive oggi un periodo di forte ripresa, migliore di quello che avevamo immaginato solo qualche mese fa. Le previsioni del Governo, che presenteremo tra pochi giorni, stimano una crescita intorno al 6% per quest'anno - a fronte del 4,5% ipotizzato in primavera". Così il presidente Mario Draghi. nel corso del suo intervento all'Assemblea di Confindustria: "La produzione industriale ha superato a luglio il valore registrato prima dell'inizio della pandemia. Le esportazioni nel secondo trimestre di quest'anno sono state del 4,8% piu' alte che nello stesso periodo del 2019, prima della crisi sanitaria. L'indice di fiducia delle imprese negli ultimi due mesi e' il piu' alto dal 2005, quando sono iniziate le rilevazioni", ha aggiunto il premier. 

"La sfida per il governo - e per tutto il sistema produttivo e le parti sociali - è fare in modo che questa ripresa sia duratura e sostenibile", ha aggiunto Draghi, mettendo in guardia dalle insidie che potrebbero fermare la crescita: "Dobbiamo evitare i rischi congiunturali che si nascondono dietro questo momento positivo; preservare buone relazioni industriali, perchè assicurino equità e pace sociale; e accelerare con il nostro programma di riforme e investimenti, per migliorare il tasso di crescita di lungo periodo dell'economia italiana".

"Draghi uomo della necessità. Facciamo un vero Patto per l'Italia con i sindacati": le parole di Carlo Bonomi, presidente di Confindustria

"Ogni tanto, la storia delle istituzioni italiane ci ha riservato un terzo tipo di uomini. Gli uomini della necessità. Personalità che avvertono il dovere di rispondere ai problemi della comunità italiana, prima che l'ambizione di restare a qualunque costo al suo timone. Ecco, Mario Draghi è uno di questi uomini, uomini della necessità": con queste parole, Carlo Bonomi  ha inaugurato l'assemblea degli industriali e salutato Mario Draghi, accolto dagli applausi della platea. "In pochi mesi, ha trasmesso al Paese, ai mercati e al mondo, una nuova fiducia verso la credibilità dell'Italia. Noi imprese ci siamo trovate a condividere questo operato", ha detto ancora il numero 1 di Confindustria, aggiungendo: "La mano decisa con cui il Presidente Draghi e il suo Governo hanno mutato energicamente su finalità e governance le prime 80 pagine del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, il modo in cui il Governo sta scrivendo le riforme fondamentali, pilastri del Piano, introducendo obiettivi prima inesistenti, come produttività e concorrenza, hanno rapidamente ed efficacemente risposto alle aspettative delle imprese. La mano ferma con cui è stata ridefinita e accelerata la campagna vaccinale ci ha, in pochi mesi, condotto a una percentuale di vaccinati sulla popolazione che nei primi mesi dell'anno appariva fuori portata. La stessa mano con cui il Governo ha assunto la decisione dell'obbligo di introdurre il green pass per tutto il lavoro pubblico e privato. Una decisione che noi, condividiamo integralmente: finalmente ha prevalso la sicurezza dei luoghi di lavoro e la continuità delle nostre produzioni".

 

Il presidente di Confindustria si è poi rivolto ai sindacati aprendo a una nuova stagione fatta di confronto e collaborazione: "Non siamo partiti in lotta, noi abbiamo un grande compito comune. Quel che ci interessa è cooperare insieme per più occupazione e più sicurezza sul lavoro, più formazione e più contratti di produttività, più garanzie a giovani e donne e più reddito per loro. Regole chiare basate sulla rappresentanza reale. Di fronte ai ritardi e alle sempre più gravi fratture sociali della nostra Italia, lavoro e impresa hanno una grande sfda: costruire insieme accordi e indicare strade e strumenti che la politica stenta a vedere. Non serve a niente l'antagonismo ma più compartecipazione. Non servono le contrapposizioni, ma entusiasmo e fiducia".

Bonomi ha così individuato tre temi fondamentali su cui iniziare a lavorare: sicurezza, politiche attive e smart working. "La domanda che vi faccio, Luigi, Maurizio e Pierpaolo, è molto semplice. - ha detto il presidente rivlgendosi ai leader di Cgil, Cisl e Uil -. Preferite che sia la politica a dettare tipologie, diritti e caratteristiche degli interventi? Abbiamo tanti e tali nodi da sciogliere sul lavoro, su come cambiarlo e migliorarlo, su come pagarlo di più e su come offrire nuove competenze necessarie sia ai giovani sia a chi resta indietro, che per anni dovremmo cercare di lavorare insieme con lo stesso spirito di cooperazione responsabile e fattiva dei primi mesi del Covid. Non si tratta di venir meno agli interessi diversi che rappresentiamo. Ma di servirli meglio, confrontandoci su soluzioni concrete. Per poi magari proporle insieme alla politica, rendendole più forti e più difficili da respingere".

 

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