Il Cdm

Green pass all'unanimità. Draghi: "Decreto per tenere aperto il paese"

Antony Fauci: “Voi italiani siete diventati un esempio per il mondo”.

Carmelo Caruso

Il Cdm approva l'estensione della certificazione verde. Tamponi calmierati ma non gratuiti. Sanzioni per chi non si adegua. Ai privati l'onere delle verifiche. Restano i nodi di teatri e discoteche. Si deciderà a ottobre quando si può creare l'asse Franceschini-Giorgetti

Adesso che il green pass è stato esteso c’è chi si chiederà: ma perché è stato perso tutto questo tempo? Non è stato tempo perso. L’approccio a gradi di Mario Draghi, gli incontri con i sindacati hanno dissodato il campo, fatto pulizia, preparato il decreto “unanimità”. Il Cdm lo ha approvato e il premier lo ha presentato così: “E’ il decreto per continuare ad aprire il paese”. Il voto è stato condiviso da tutto il gabinetto. Le decisioni: certificazione verde nel privato e nel pubblico, entrata a regime il 15 ottobre, tamponi calmierati.


Si dovrebbe continuare a elencare tutte le norme in maniera precisa, ma prima un accenno alla cabina di regia. E’ stata convocata di mattina ed è emersa una posizione molto ferma del ministro della Pa, Renato Brunetta, uno dei protagonisti del “green pass come spinta gentile alla vaccinazione”, un ministro che ha lavorato in questi giorni per non far passare l’idea che chi non è vaccinato possa ricorrere allo smart working. E’ girata ma è rimasta una fantasia. Cosa cambia dal 15 ottobre? Che l’obbligo di green pass sarà previsto anche per i dipendenti autonomi che lavorano nel privato: colf, badanti. Varrà in tribunale, ma per i magistrati. Gli organi costituzionali si devono adeguare alle nuove disposizioni. Vale a dire: Quirinale, Camera, Senato, Corte Costituzionale.

 

Ai privati toccherà invece l’onere della verifica. Anche a campione. Sempre all’interno della cabina di regia si è parlato della possibilità di riaprire cinema e teatri a capienza originale. E come è brutto dire, come qualcuno ha scritto, che Dario Franceschini e Roberto Speranza hanno litigato. Hanno entrambi fatto il loro mestiere. Franceschini doveva porre la questione. Se ne parlerà il primo ottobre e in quell’occasione si capirà se il green pass potrà essere uno strumento adatto per palazzetti dello sport, discoteche, una delle luci fisse di Matteo Salvini. Ha chiesto che se ne discuta il suo ministro Giancarlo Giorgetti uno che ha precisato “in discoteca non sono mai entrato in vita mia”. In pratica, il primo ottobre potrebbe comporsi uno strano asse Franceschini-Giorgetti. Servirà attendere il parere del Cts che arriverà ma non prima del 30 settembre. Ma perché si sottolinea? Per spiegare che nei consigli dei ministri, nelle cabine di regia, basta sapere stare al proprio posto, argomentare con intelligenza per vedere le buone ragioni prevalere. Di mattina, il presidente della Conferenza Stato-Regioni, il leghista Massimiliano Fedriga, aveva portato avanti una battaglia: “Chiedo al governo che anche di fronte a cambi di colore delle regioni, le attività economiche possano continuare a operare con l’obbligo del green pass”. In Cdm, ed era la Lega a spingere, si è così deciso che la validità del tampone molecolare è di 72 ore.

 

Si dice che avrebbe mostrato perplessità il ministro Speranza, ma il governo ha detto che si può fare e lo si farà attraverso un emendamento. Non è la formula a contare. E’ la volontà. La Lega guidata da Giorgetti cosa chiedeva? Tamponi a prezzi calmierati. In verità c’erano ma si farà meglio. Esistevano convezioni con alcune farmacie ma non con tutte. Adesso saranno tutte. Saranno previste multe per le farmacie che non li offrono a prezzi ragionevoli. Saranno gratuiti (ma su questo non serviva certo ingaggiare uno scontro) per chi non si vaccina ma solo dinanzi a motivi di salute. Di complesso in questo decreto cosa c’era? Tutta quell’impalcatura di sanzioni e regole del settore privato per chi si presenta a lavoro senza green pass. Non esiste la possibilità del licenziamento. Di questi tempi meglio scriverlo bene. Si stabilisce che nel privato scatta la sospensione dal primo giorno, nel pubblico dopo cinque. Ma si stabilisce pure che nelle piccole imprese, quelle che hanno meno di quindici dipendenti, i datori di lavoro possano continuare a lavorare sostituendo, temporaneamente, i lavoratori. Temporaneamente. Per un massimo di venti giorni. Sono norme da paese liberale.

 

Dopo il Cdm, si sono presentati in conferenza stampa i ministri Gelmini, Brunetta, Orlando, Speranza. Mancava il ministro della Lega. Per non scatenare gli archeologi dei mozziconi è stato detto in conferenza che l’assenza era dovuta a un impegno istituzionale, un convegno italo britannico. La sua parte l’aveva fatta. Infine, per i malmostosi. Sempre oggi, l’Italia è stata promossa da Anthony Fauci: “Siete diventati un esempio per il mondo”. Ancora dubbi?

 

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  • Carmelo Caruso, giornalista a Palermo, Milano, Roma. Ha iniziato a La Repubblica. Oggi lavora al Foglio