supplettive a roma

Il caso Primavalle. "I grillini? Vadano sul candidato Pd"

Marianna Rizzini 

Il collegio conteso, ma senza un candidato a Cinque Stelle. Per chi voteranno a questo punto gli elettori del Movimento? 

La singolarità è lì che si squaderna davanti agli occhi: un collegio nel nord-ovest di Roma, un seggio lasciato vacante dalla ex viceministra M5s per la Cooperazione Emanuela Del Re, ora rappresentante speciale della Ue per il Sahel, e le elezioni suppletive che arrivano, ma senza che i Cinque stelle abbiano un candidato a Cinque stelle. E ieri, per giunta, la candidata ed ex ministra della Difesa grillina Elisabetta Trenta ha deciso di non candidarsi (con la sigla Noi) per un problema di firme (“spiace che il Movimento, che non ha presentato nessuno, non mi abbia supportato”, è stato il suo commento dopo la rinuncia). Per dirla con il senatore Bruno Astorre, segretario regionale Pd: “Certo che la mancanza del candidato grillino nel collegio dove risiede Virginia Raggi è un fatto molto strano”. Tanto strano, il fatto, da far sorgere insistente un interrogativo: ma per chi voteranno a questo punto i grillini?

 

Sono schierati al via, per il Pd, il quarantenne Andrea Casu, già segretario del partito a Roma e fondatore dei Giovani Democratici, alla guida dell’opposizione contro Virginia Raggi ma conosciuto sul territorio anche oltre il perimetro Pd. Per la destra corre invece Pasquale Calzetta, già in corsa nel 2018 (colui che secondo alcuni analisti potrebbe attrarre, per “effetto trascinamento”, consensi espressi al centrodestra alle amministrative, visto l’election day). Ma c’è anche l’ex presidente dell’Anm Luca Palamara, radiato dalla magistratura dopo il caso “nomine”. E insomma sempre Astorre consiglia in qualche modo ai Cinque Stelle smarriti, a questo punto, di avviarsi in direzione di una specie di piccola desistenza di fatto, dopo i giorni dei lunghi coltelli alla ricerca del candidato grillino, con Giuseppe Conte da un lato e i parlamentari M5s romani dall’altro: “I Cinque stelle vadano su un candidato giovane, credibile e spendibile come Andrea Casu”, dice Astorre. E vero però che il candidato sindaco Pd Roberto Gualtieri, parlando ieri alla presentazione della lista “Roma Futura” (Giovanni Caudo) ha sottolineato con forza il “no” a qualsiasi intesa cordiale sul territorio del collegio conteso (“noi non abbiamo fatto accordi. Abbiamo candidato Andrea Casu, che esprime bene il rinnovamento del Pd e la capacità unitaria di tessere la coalizione. Andrea ha lavorato a quel tavolo del centrosinistra e a quella carta di intenti che hanno consentito di costruire questa coalizione larga. E penso che possiamo vincere a Primavalle”, ha detto Gualtieri).

 

Tuttavia nel centrosinistra, anche vista la rinuncia di Trenta, ci si pone il problema di come intercettare i grillini senza volto grillino (c’era chi sperava invano in Alessandro Di Battista). Per non dire del problema collaterale: gli elettori del Movimento più spostati verso il centrodestra che potrebbero riversare consensi su Palamara. Ci si mette pure la difficoltà a ritroso del percorso: inizialmente per Primavalle, nel M5s, si era pensato proprio all’ex premier Giuseppe Conte. Mentre a sinistra si era vociferato addirittura di una corsa di Goffredo Bettini, ex europarlamentare e deus ex machina di leadership pd, anche se Bettini aveva negato ogni intenzione di correre, concentrato com’è, aveva detto, sull’obiettivo di supportare Gualtieri per il Campidoglio. Intanto la base romana a Cinque stelle è sospettosa verso i vertici, accusati sommessamente di preparare la strada, proprio attraverso la mancata presentazione di un candidato a Primavalle, a un futuro accordo con il Pd per il secondo turno della parallela consultazione amministrativa. 

 

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