(foto LaPresse)

Il caso

Il M5s a Primavalle si nasconde

Gianluca De Rosa

I grillini non saranno della partita alle suppletive nel seggio romano. Ma la base mugugna: "Ci aspettiamo che un nome salti fuori"

Più che desistenza, si direbbe sottomissione. Il M5s non presenterà nessun candidato per il seggio di Primavalle. Il 3 ottobre i residenti della borgata romana dovranno scegliere la persona che siederà a Montecitorio al posto di Emanuela Del Re, grillina ed ex viceministro degli Esteri nominata responsabile speciale dell’Unione europea per il Sahel. Il Pd ha presentato il suo candidato, il segretario della federazione romana Andrea Casu, da sempre fautore di una linea feroce nei confronti di Virginia Raggi. Non il massimo per un’alleanza con i grillini, soprattutto se per le supplettive si vota lo stesso giorno in cui i romani sceglieranno il nuovo sindaco con 5 stelle e Pd divisi. E infatti Casu, non ha ricevuto alcun endorsment, ma di fatto non avrà avversari grillini. Un segnale al Pd anche in vista di un eventuale ballottaggio alle amministrative senza Virginia Raggi.

Intanto però Il tacito patto di desistenza ha scontentato un pezzo di M5s. In particolare proprio tra chi è molto vicino alla sindaca. Ancora nel primo pomeriggio Giulia Lupo, deputata romana che sta preparando le liste per le amministrative capitoline, spiegava: “Sappiamo che il presidente sta lavorando alla candidatura, ci aspettiamo che un nome salti fuori, altrimenti la sorpresa la fa lui a noi”. “D’altronde – diceva il consigliere capitolino Paolo Ferrara – si vota per un seggio che lasciamo scoperto, sarebbe assurdo non presentarsi”.

Giuseppe Conte questo lo sapeva bene. A Primavalle, qualche mese fa, pensò addirittura di candidarsi con il supporto di 5 stelle e Pd, magari senza simboli di partito come farà il segretario dem Enrico Letta a Siena.

Ma il suo sogno è un altro. Tornare a palazzo Chigi. La strategia per riuscirci si riassume in un verbo: scomparire. Ridurre al minimo disfatte, inciampi e contrasti con gli allaeati del Pd. L’ex premier d’altronde è convinto che l’elezioni politiche non siano lontane. A febbraio Parlamento e delegati regionali sceglieranno il nuovo Presidente della Repubblica. A quel punto, se – come pensa – Draghi lasciasse palazzo Chigi per traslocare al Quirinale non ci sarebbero alternative, si tornerebbe a votare. Dunque, serve non cadere: dove si perde, meglio non candidarsi. È per questo che il Movimento si ritrova senza liste a Benevento e Caserta e, adesso, senza candidato a Primavalle.

Non ci saranno i grillini, ma il seggio della periferia a nord-ovest della Capitale, intanto, è diventato il laboratorio del grottesco. Accanto a Casu e a Pasquale Calzetta, ex presidente del XI municipio, che corre per il centrodestra, c’è una sagra di improbabili. Ci prova in solitaria Luca Palamara. L’ex presidente dell’Anm al centro degli scandali sulle nomine dei magistrati ha sperato fino all’ultimo nell’appoggio del centrodestra. Sarà della partita anche l’ex ministra della Difesa ed ex grillina Elisabetta Trenta che si candida con il simbolo dell’Italia dei Valori. Mentre Rinascimento, il movimento di Vittorio Sgarbi che alle amminiustrative supporta Enrico Michetti, alle supplettive appoggia il segretario del Partito liberale europeo Giovanni Antonio Cocco. Azione invece ha rinunciato a presentare una candidatura. Il partito di Carlo Calenda aveva valutato l’ipotesi di presentare l’ex sindacalista della Fim Marco Bentivogli, ma Bentivogli è una persona intelligente.

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