Virginia Raggi (foto LaPresse)

Lo stipendio dimezzato dalla Corte dei Conti per la Raggi è una nemesi

Andrea Venanzoni

Blaterava di trasparenza e onestà, ma la sindaca s'è scordata di redigere la relazione di fine mandato. Come lo studente che non consegna il compito perché gliel'ha mangiato il cane

Dove è la relazione di fine mandato?” E no, non è la richiesta di uno zelante professore che sulla porta dell’aula chieda allo studente distratto dove sia finito il compito in classe, ma la domanda, con marzulliana e non felicissima, per la controparte, auto-risposta, che la Corte dei Conti si è dovuta porre, ora che fissate le elezioni amministrative per l’ autunno è tempo di consegna. 

La relazione di fine mandato, uno dei molteplici e kafkiani incombenti amministrativi previsti dalla selva oscura del nostro ordinamento e per la precisione dal decreto legislativo n. 149/2011, ha una funzione nobile e che in ipotesi dovrebbe essere assai cara ai pentastellati che della trasparenza amministrativa hanno sempre fatto gran vessillo: è un documento di riepilogo, redatto dal responsabile del servizio finanziario o dal segretario generale dell’ente locale e firmato dal Sindaco, di tutte le attività amministrative-finanziarie espletate dall’ente nel corso della consiliatura. 

Deve essere pubblicato entro 60 giorni dalla data delle nuove elezioni, quindi a 60 giorni dalla scadenza del mandato, ragion per cui il termine ultimo, ormai varcato, era il 4 di agosto. A dire il vero, la Corte dei Conti, garbatamente, già a maggio 2021 aveva fatto presente agli uffici di Roma Capitale che la relazione non era stata mai pubblicata.

 

Le elezioni non erano state ancora fissate, ma i magistrati contabili, da uomini di mondo pur non avendo fatto verosimilmente il militare a Cuneo, si erano portati avanti col lavoro, bussando all’uscio della Capitale per ricordare quella questionuccia rimasta in sospeso.  Nessuno sa se il documento sia stato redatto o se semplicemente non sia stato pubblicato o si sia disperso, magari in qualche magma digitale di questi grami tempi di hacker, ma fatto è che il cane che mangia il compito sembra non essere adeguata giustificazione per la Corte.  La quale, con la deliberazione n. 89/2021/VSG, ha sanzionato l’ente, o meglio a dirsi la Sindaca e, nel caso la relazione non sia mai stata redatta, anche il responsabile del servizio finanziario, utilizzando parole dure e che suonano come una nemesi piuttosto incresciosa per chi di streaming, casa di vetro, trasparenza totale ha fatto ragion di vita politica. 

Lo si mette nero su bianco, e suona davvero come un mesto de profundis per ciò che furono o dissero di essere i pentastellati; quella relazione ha la funzione di far comprendere cosa davvero sia stato fatto durante i cinque anni di governo cittadino, e soprattutto quale sia il reale stato finanziario in cui versa la città. Accountability, si dice ormai in gergo giuridico ricorrendo a un anglismo che gli stessi magistrati contabili utilizzano in apertura della deliberazione. E non presentarla significa arrecare un danno agli elettori, in termini di conoscenza e valutazione, all’approssimarsi della scadenza elettorale. Il famoso conoscere per deliberare, di einaudiana memoria, fatto norma. Cosa che, sia detto senza malizia, potrebbe aver consigliato di soprassedere alla pubblicazione, visto che le casse capitoline non sembrano propriamente floride, come non ha mancato di rilevare la stessa Corte in altre occasioni.

Anche la sanzione irrogata ha qualcosa di piuttosto curioso; lo stipendio dimezzato. Sia per la Sindaca sia, nel caso la relazione non sia stata predisposta, per il responsabile del servizio finanziario. Va precisato che l'applicazione della sanzione, stando a un provvedimento legislativo di maggio 2021, risulterebbe sospesa per l’intero anno, anche se Forza Italia ne ha chiesto con vigore la applicazione. E, come accessorio, una sorta di gogna, visto che la Sindaca dovrà dare conto sul sito istituzionale dell’ente delle motivazioni che hanno portato alla mancata pubblicazione.

La questione, va detto, sarebbe degna delle intricate e funamboliche pagine di un Roberto Bolano, perché proprio pochissimi giorni fa la Giunta capitolina ha approvato il report delle attività espletate nel 2020, ben 98 pagine fitte di obiettivi tutti clamorosamente raggiunti, e con voti di eccellenza, da cui discende l’elargizione del salario connesso alla produttività e agli obiettivi stessi. 

Quindi, a rigore, l’amministrazione conosce e valuta le proprie attività e il proprio stato finanziario. Forse, vien da pensare, si temeva di più la valutazione dei cittadini che avessero letto la relazione una volta pubblicata.