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Colloquio Conte-Draghi: "Il M5s darà il suo contributo alla riforma della Giustizia"

Il primo faccia a faccia a palazzo Chigi con Conte come leader grillino. Via libera del Movimento ai processi veloci, ma no a "soglie di impunità". E sullo Zan: "È una legge che appoggiamo"

Roberta Benvenuto

Dopo tre quarti d'ora di colloquio con il premier, Giuseppe Conte lascia palazzo Chigi. È il primo faccia a faccia con Mario Draghi al quale Conte partecipa come leader del M5s. Il tema centrale dell’incontro è stata la giustizia. “Non abbiamo parlato di fiducia ma di eventuali interventi che possano migliorare il testo”, ha detto leader in pectore dei 5 stelle. E ha assicurato che il suo partito terrà un “atteggiamento costruttivo” per un “miglioramento della riforma”. Riforma che però, nelle ultime settimane, ha scosso il Movimento, il quale ora si prepara ad affrontare la battaglia parlamentare presentando emendamenti alla mediazione uscita del Cdm sulla riforma del processo penale. Domani scade infatti il termine in commissione Giustizia della Camera per emendare il testo di riforma Cartabia, e bisognerà capire quanti e quali modifiche chiederanno i grillini. Se gli emendamenti saranno troppi e le altre forze politiche dovessero leggerli come una maniera per fare ostruzionismo, la maggioranza potrebbe vacillare. “Mettiamo da parte le bandierine, dobbiamo parlare agli italiani”, garantisce però Conte. “Daremo il contributo per velocizzare i processi, ma saremo molto vigili nello scongiurare soglie di impunità, nell’iter parlamentare saremo molto attenti”.

  

Sull'altro fronte caldo, il ddl Zan su cui in Senato la maggioranza rischia di non avere i numeri, Conte non tradisce alcuna incertezza: "È una legge che appoggiamo", osserva, diradando anche ogni possibile dubbio sulla sua eventuale corsa per un seggio suppletivo alla Camera: "Ho pensato di non candidarmi, perché ho preso altri impegni con M5s per me prioritari". La politica "è dappertutto", ha aggiunto l'ex presidente del Consiglio. E ha spiegato che come leader M5s finirebbe per non poter frequentare l'Aula di un Parlamento "per cui - ha sottolineato - ho molto rispetto".