EDITORIALI

Le condizionalità salveranno l'Italia

Redazione

No reform, no money. Brunetta coglie bene la rivoluzione del vincolo esterno

Interessante congiuntura di idee, necessità e progetti. Tutto in poche ore, tra Roma, Bruxelles e Francoforte. La Bce ha diffuso le nuove stime economiche, parlando di crescita attesa ulteriormente aumentata, anche se in presenza, tuttora, del rischio legato alle varianti più contagiose del virus. Nelle nuove previsioni comincia a essere calcolato con più accuratezza l’effetto dei piani nazionali di ripresa, approvati a raffica dalla commissione europea negli ultimi giorni. E, soprattutto, si comincia a calcolare l’effetto innovativo su aziende, lavoro e amministrazioni pubbliche, della fase di ricostruzione e ripartenza. Tutto da trasformare, ma, se non vogliamo credere completamente alle favole, per quanto ispirate all’economia trasformativa, dobbiamo avere il coraggio di guardare a qualche recente esperienza, sullo stesso asse (le tre città citate prima), e alla logica dello sviluppo economico.

 

Lo ha fatto, con coraggio, sì, ma mettendoci forse anche un po’ di astuzia politica, Renato Brunetta. Ieri si è concesso un tweet evocativo, che ha però una portata che investe l’intero governo e questa stagione politica. Gli ha dato un titolo programmatico, “no reform, no money”, e non serve traduzione. E ha esplicitato tutto scrivendo che “dobbiamo cogliere la condizionalità europea fatta di risorse in cambio di riforme, e dobbiamo farlo per cambiare l’Italia, per fare quelle riforme che non siamo mai riusciti a fare”. Poi un’esortazione e una professione di ottimismo. C’è coraggio e visione e c’è anche un simpatico e amichevole schiaffone al sovranismo e a chi lo predica, e questo schiaffo, dato da un esponente  liberale del centrodestra, ha un peso. Parlare espressamente di condizionalità, rivendicare quella che nel 2010, anche ai tempi di Brunetta ministro, sembrava una parolaccia, significa dichiarare che questo momento politico non è solo fatto dello svolgimento di alcuni compiti specifici e definiti, ma comporta il più grande e profondo cambiamento della nostra società degli ultimi anni. E non si vedono forze in grado di fermare questo processo.

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