laicità e libertà

Le reazioni politiche al discorso di Draghi sul ddl Zan

Roberta Benvenuto

Il Pd condivide in toto. E chiede di portare la legge in Aula e poi parlare di modifiche. "Una forzatura", per il centrodestra. Che continua a parlare di libertà di parola

Appena scesa dalla Smart ci tiene a esibire la maglietta rossa di Stonewall sulla quale campeggia la scritta: "Alcune persone sono omosessuali. Fatevene una ragione". "Guardate, sono in prima linea!", ha detto ieri la senatrice Pd Monica Cirinnà. "Il Parlamento fa il Parlamento. Il ddl Zan è un testo parlamentare, il governo è stato tirato in ballo dal governo di un altro stato (il Vaticano, ndr) e questa è una questione tra stati. Quindi i due ministri degli Esteri hanno interloquito, se vorrà farlo anche Mario Draghi come capo del governo è libero di farlo, ma il Parlamento è sovrano". 
  
"Il nostro è uno stato laico, non è uno stato confessionale", dice infatti qualche minuto dopo il premier, tra gli applausi dell'Aula di palazzo Madama. "Quindi il Parlamento è certamente libero di discutere – ovviamente, sono considerazioni ovvie – e di legiferare".

 

"Un ottimo intervento, ma senza trionfalismo. Draghi è uno statista, con una parola ha detto tutto", secondo Emma Bonino di + Europa. "Riflessione di altissimo profilo e totalmente condivisibile", anche secondo il senatore dem Antonio Misiani

   

Quella del Vaticano non è stata un'ingerenza, per Matteo Salvini. "Io sono per la libertà di parola per tutti", dice il leader leghista. "Da credente le parole della chiesa sono importanti ma il Parlamento deciderà ciò che vuole. Mi stupisce il silenzio di Pd e M5s visto che abbiamo chiesto un confronto sui punti critici". 
  
E oltre ai punti di attrito tra le varie anime politiche del governo Draghi, c'è anche un altro punto del provvedimento da chiarire. "Ad oggi non c'è ancora una data certa per portarlo in Aula", spiega Anna Rossomando (Pd). Come dire: prima si portiamo la legge in Aula e poi parliamo di modifiche. "Una minaccia", per Licia Ronzulli di Forza Italia. "Una forzatura della sinistra che vuole usare la ghigliottina sui processi democratici". Anche se questo significa passare per le 170 audizioni sul disegno di legge contro l'omotransfobia.