Mario Draghi (foto LaPresse)

Draghi sul ddl Zan: "L'Italia è uno stato laico. Deciderà il Parlamento"

Redazione

Il presidente del Consiglio è intervenuto sul disegno di legge dopo i rilievi mossi dalla Santa Sede. Ecco la risposta integrale

Pubblichiamo la replica che il presidente del Consiglio Mario Draghi ha tenuto al Senato sul ddl Zan, disegno di legge su cui nelle scorse ore si è espressa la Santa Sede sostenendo che violi alcuni punti del concordato che regola i rapporti tra l'Italia e lo stato del Vaticano. 


 

Il senatore Alfieri, poi, mi chiedeva a proposito della discriminazione. Dunque, prima di tutto mi soffermo sulla discussione in questi giorni in Senato, senza voler entrare nel merito della questione. Quello che però voglio dire – specialmente rispetto agli ultimi sviluppi – è che il nostro è uno Stato laico, non è uno Stato confessionale. Quindi il Parlamento è certamente libero di discutere – ovviamente, sono considerazioni ovvie – e di legiferare.

Il nostro ordinamento contiene tutte le garanzie per assicurare che le leggi rispettino sempre i principi costituzionali e gli impegni internazionali, tra cui il concordato con la Chiesa. Vi sono i controlli di costituzionalità preventivi nelle competenti commissioni parlamentari: è di nuovo il Parlamento che, per primo, discute della costituzionalità, e poi ci sono i controlli successivi nella Corte Costituzionale.

Voglio infine precisare una cosa, che si ritrova in una sentenza della Corte Costituzionale del 1989: la laicità non è indifferenza dello Stato rispetto al fenomeno religioso, la laicità è tutela del pluralismo e delle diversità culturali.

Infine, per completare l’informazione, ieri l’Italia ha sottoscritto con altri 16 Paesi europei una dichiarazione comune in cui si esprime preoccupazione sugli articoli di legge in Ungheria che discriminano in base all’orientamento sessuale. Queste sono le dichiarazioni che oggi mi sento di fare, senza entrare ovviamente nel merito della discussione parlamentare. Come vedete, il Governo la sta seguendo ma questo è il momento del Parlamento, non è il momento del Governo.

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