La Rai querela Fedez, ma non lo dice

Parla Rita Borioni, che siede nel cda di Viale Mazzini: "Lui comunica decisamente meglio di noi e alla fine tira fuori le nostre incoerenze"

Gianluca De Rosa

"Sono basita che una cosa del genere la Rai non la comunichi, ma lasci che sia un parlamentare con una nota stampa a informare tutti", dice la consigliera d’amministrazione in quota Pd

“Ma dimmi te se una cosa del genere un consigliere d’amministrazione la deve venire a sapere da un comunicato stampa di un parlamentare”. Rita Borioni è incredula. Come tanti anche lei, che insieme a Riccardo Laganà, Giampaolo Rossi, Igor De Biasio e Beatrice Coletti siede nel Cda di viale Mazzini, ha appreso da un comunicato del deputato leghista Massimiliano Capitanio che la Rai ha avviato le procedure per querelare per diffazione Federico Lucia, in arte Fedez, per il suo intervento sul palco del 1 maggio in cui denunciava di aver subito un tentativo di censura dai parte dei vertici di Rai 3 per alcune irripetibili frasi di esponenti leghisti che il cantante ha elencato nel suo discorso a favore della legge Zan.

  

“In consiglio – si sfoga – c’era stata comunicata l’intenzione ma poi nessuno ci aveva fatto sapere più nulla. D’altronde i vertici in questi anni si sono sempre comportati così: dicono le cose a metà. Fortunatamente abbiamo quasi finito il mandato”. Per la consigliera d’amministrazione in quota Pd comunque non è neanche tanto questo il problema. In fondo, la scelta di querelare qualcuno non è previsto che debba passare per il Cda. “Più che altro – spiega – sono un po’ basita che una cosa del genere la Rai non la comunichi, ma lasci che sia un parlamentare con una nota stampa a informare tutti”.

 

Borioni in perfetta linea Fedez. Il rapper ieri commentando la notizia su Instagram sottolineava proprio questo: “La cosa che mi mette più tristezza è stata che a comunicare la querela della Rai sia stato un leghista”. “Diciamolo – ammette Borioni – è stata una scelta brutta, scoveniente: Fedez aveva detto delle cose, come dire, complesse su un partito e poi è un esponente di quello stesso partito a informare della querela.  Sia chiaro – aggiunge – io non ce l’ho mica con Capitanio, lui giustamente ha fatto un’interrogazione e quando ha ricevuto la risposta altrettanto giustamente ci ha fatto un comunicato, ma la Rai perché non lo ha detto?”. Giusto, perché? “Sono sincera non lo so, non lo capisco. Stiamo parlando di una polemica che ha invaso i giornali per una settimana e trascinato l’azienda in un ciclone mediatico che adesso rischia di ricominciare. Bel colpo”. 

 

E Borioni non sbaglia. Già ieri il rapper milanese è ripartito all’attacco con un filotto di storie Instagram che per la reputazione dell’azienda di viale Mazzini non sono di certo un buon viatico. “Sono appena stato querelato dalla Rai – dice – mi assumerò le mie responsabilità, ma bisognerebbe ricordare come si è comportata la tv di Stato. La differenze tra me e voi è che io la telefonata l’ho pubblicata mettendoci la faccia, voi, dirigenti della Rai che mi avete registrato a vostra volta, l’avete data ai giornalisti che devono coprire le loro fonti, questa è vigliaccheria di Stato”. Fedez attende di essere chiamato in commissione di Vigilanza “perché ci sono ancora tante cose che devono emergere”. E senza troppi giri di parole accusa di nuovo i vertici Rai di aver fornito il testo del suo intervento alla Lega molto prima della sua esibizione. Poi tira l’affondo definitivo: “Ho potuto parlare comunque? Certo perché ho fatto sapere all’organizzatore dell’evento che la telefonata era stata registrata”. Insomma, un bel pastrocchio. 

 

“In Rai – commenta sgomenta la consigliera d’amministrazione –  va sempre così le cose non si raccontano, ma sono note e così vieni raccontato invece di raccontarti. Diciamo che Fedez comunica decisamente meglio di noi e alla fine tira fuori tutte le nostre incoerenze”. Borioni non è un’ingenua, sa bene che la politica condiziona spesso le scelte editoriali, eppure le riesce difficile capire le decisioni dell’azienda. “Erano diverse settimane che Fedez manifestava il suo appoggio alla legge Zan era abbastanza prevedibile che ne avrebbe parlato dal palco, che si aspettavano che recitasse Pascoli? Se inviti Achille Lauro non gli chiedi di mettersi una camicetta sobria, sai che ci saranno piume, brillantini, etc, sennò inviti un’altra persona. Non si può pensare di avere Fedez e l’enorme pubblico che si porta dietro, ma di fargli dire quello che vuoi tu, sennò semplicemente non lo inviti, d’altronde esiste una cosa che si chiama responsabilità editoriale o la eserciti o no, ma fare le cose a metà non ha senso, e finisci con fare una querela che sarà sicuramente un boomerang”.

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