Crimi: "Il Garante della privacy mi dà ragione: sono io il responsabile del M5s"

Il reggente grillino parla ai senatori: "Mi sono informato stamattina. Non ci sono dubbi sul fatto che sia il rappresentante legale del Movimento". L'ennesima puntata della guerra tra Conte e Casaleggio

Altro che "no Lex", altro che Godot. Vito Crimi, nella guerra ormai senza esclusione di colpi tra il M5s e Davide Casaleggio, rivendica le sue ragioni. "Stamattina il Garante della privacy ha accolto una mia istanza di accesso a documentazione in loro possesso relativa al Movimento, presentata in qualità di rappresentante legale dello stesso", dice il reggente grillino ai senatori riuniti in assemblea. "La risposta è stata frutto di una istruttoria approfondita, per la quale il garante ha richiesto tutta la documentazione relativa al mio ruolo, confermando di fatto che a loro avviso non ci sono dubbi sulla rappresentanza legale". Dunque, stando a quanto risulta a Crimi, il previsto collasso del M5s potrebbe essere rimandato, per ora. Perché, a differenza di quanto sostenuto da Casaleggio sull scorta della sentenza del tribunale di Cagliari, il M5s ha un suo leader e un suo rappresentante legale proprio nella persona di Crimi. E dunque parrebbe scongiurata l'ipotesi di un ricorso precipitoso a una votazione online per definire il direttorio alla guida del Movimento: una ipotesi che azzopperebbe le ambizioni di Giuseppe Conte

 

Il quale comunque dovrà insistere nell'altra sua rivendicazione, chiedendo a Casaleggio di fornire i dati degli iscritti a Rousseau, che poi sarebbero anche quelli iscritti al M5s. E' di poche ore fa, infatti, l'ennesimo post pubblicato dagli uffici di Via Morone sul Blog delle Stelle, sempre più house organ dell'associazione di cui Casaleggio è padrone. Una provocazione: Casaleggio ricordava a Conte e a Crimi di non avere alcun diritto di richiedere i dati degli iscritti, ribadendo inoltre che la sua associazione è ancora in attesa di ricevere dal M5s il mezzo milione di mancati versamenti da parte di deputati e senatori. Una guerra a colpi di carte bollate che non sembra destinata a terminare a breve. 

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