Mario Draghi (foto LaPresse)

Draghi: "Nel Pnrr c'è il destino dell'Italia"

Redazione

Nell'intervento del premier alla Camera l'appello ai partiti a non perdere tempo. "Inefficienze e miopi visioni di parte peseranno direttamente sulle nostre vite"

Mario Draghi inizia a parlare alle 16 e 23. Chiude circa 45 minuti più tardi. Dopo aver tenuto un discorso che tiene l'elenco puntuale delle cose da fare legato insieme a uno slancio ideale. Quell'impegno a saper "combinare immaginazione e creatività a capacità progettuale e concretezza" che aveva apposto come introduzione alla bozza del Pnrr, e che il Foglio ha pubblicato in esclusiva la settimana scorsa. "Sbaglieremmo tutti a pensare che il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, pur nella sua storica importanza, sia solo un insieme di progetti tanto necessari quanto ambiziosi, di numeri, obiettivi, scadenze", premette subito.  "Vi proporrei di leggerlo anche in un altro modo. Metteteci dentro le vite degli italiani, le nostre ma soprattutto quelle dei giovani, delle donne, dei cittadini che verranno", dice ai parlamentari che lo accolgono in Aula. 

Nei 45 minuti di prolusione, spiega quel che c'è da fare da qui ai prossimi 5 anni, perché "nell’insieme dei programmi che oggi presento alla vostra attenzione, c’è anche e soprattutto il destino del Paese. La misura di quello che sarà il suo ruolo nella comunità internazionale. La sua credibilità e reputazione come fondatore dell’Unione europea e protagonista del mondo occidentale". Ecco che quindi, viste le urgenze, "nel realizzare i progetti, ritardi, inefficienze, miopi visioni di parte anteposte al bene comune peseranno direttamente sulle nostre vite. Soprattutto su quelle dei cittadini più deboli e sui nostri figli e nipoti. E forse non vi sarà più il tempo per porvi rimedio". 

Secondo il premier, come avevamo anticipato, saranno sei le missioni da conseguire per "preparare nel modo migliore l’Italia di domani". E quindi la digitalizzazione, la rivoluzione verde, gli investimenti in infrastrutture, nell'istruzione, nelle politiche del lavoro e in Sanità vanno componendo un puzzle da oltre 248 miliardi di euro da spendere entro il 2026. In un piano complessivamente orientato a donne, giovani e sud, e che a regime, nell'ultimo anno, dovrebbe portare a una crescita del 3,6 per cento del pil. Ma non di soli investimenti si occupa Draghi. Che subito elenca le riforme che dovranno completare l'opera di ammodernamento del paese: giustizia, pubblica amministrazione, promozione della concorrenza e semplificazione della legislazione. 

Conclude rivolgendo un appello al Parlamento e alle forze politiche, da cui passerà la fortuna del piano. "Sono certo che l’onestà, l’intelligenza, il gusto del futuro prevarranno sulla corruzione, la stupidità, gli interessi costituiti. Questa certezza non è sconsiderato ottimismo, ma fiducia negli Italiani, nel mio popolo, nella nostra capacità di lavorare insieme quando l’emergenza ci chiama alla solidarietà, alla responsabilità. È con la fiducia che questo appello allo spirito repubblicano verrà ascoltato, e che si tradurrà nella costruzione del nostro futuro". 

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