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editoriali

Recovery: no al bollino ambientalista

Redazione

Nel pnrr s’avanza un’idea pericolosa, destinata a creare colli di bottiglia

L’impronta legislativa del Pnrr la porteremo con noi per anni, informerà la nostra politica economica a prescindere dall’orientamento dei governi e ne caratterizzerà l’attuazione. Occorre grande attenzione ora nella definizione delle norme e uno studio specifico sulle loro conseguenze con speciale attenzione al diritto amministrativo, per non armare le brigate del ricorso e per non rinsaldare i bastioni della resistenza burocratica. La massima confusione si crea sempre con le migliori intenzioni. Prendiamo uno dei punti in cui, secondo alcune indiscrezioni, convergono l’obiettivo del rilancio delle attività pubbliche, dei grandi incontri e degli spettacoli, e un altro degli obiettivi del Piano, quello della transizione ecologica. Tutto giusto e ottimi gli intenti, con cui si vuole, come si dice nell’illustrazione del Piano “migliorare l’impronta ecologica degli eventi culturali (mostre, festival, concerti) attraverso l’inclusione di criteri sociali e ambientali negli appalti pubblici finanziati, promosso o organizzati dall’autorità pubblica”.

Benissimo, ma serve anche qualcosa in più. Perché, se per individuare i criteri sociali può soccorrere una lunga esperienza politica e amministrativa e anche una consistente giurisprudenza, per quelli ambientali invece, in una fase innovativa come questa, bisognerà stabilire regole il più possibile certe, tipizzate, standardizzate. Altrimenti un settore che vive di rapporti col pubblico finirebbe per trovarsi in situazioni anche peggiori di quelle attuali. E’ di pochi giorni fa un intervento della associazione confindustriale del settore, con cui si ricordava che il famoso codice appalti, di cui ora molti chiedono la semplificazione, disciplina (maluccio) anche e specificamente i capitolati e le gare per l’assegnazione dei servizi. Allora, sarebbe una beffa se si riuscisse a mettere mano al codice, risolvendone i punti critici, per poi ritrovarsi di nuovo in balìa del ricorso selvaggio e del blocco burocratico per via ambientale.

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