Le comunali

Torino, Napoli, Bologna, Roma: le missioni dell'esploratore Boccia

Non c'è solo Roma: l'avventura tra grillini e dem parte in salita un po' ovunque. Eccetto che a Bologna dove ormai i pentastellati sono quasi marginali

Redazione

Il responsabile degli enti locali del Pd punta alle alleanze con il M5s nei territori. La settimana è atteso a Torino da Appendino, poi sentirà Bassolino a Napoli

Il dossier è nelle mani di Francesco Boccia. Ministro degli Affari regionali nel Conte 2 (“il più contiano del Pd”, secondo la vulgata del tempo) e ora il responsabile degli enti locali della segreteria dem di Enrico Letta. Spetterà a lui dunque cercare di trovare un’intesa, nei principali comuni al voto, tra Pd e M5s. Sapendo che sulla carta, sì è facile, ma nella realtà non mancano i problemi.

Boccia in versione esploratore ha in mente di andare in spedizione nelle città più importanti per smussare gli angoli, tanti. Per questo ha già messo in conto per la prossima settimana un faccia a faccia con Chiara Appendino a Torino.  La grilina, come si sa, non intende ricandidarsi. E dunque i rossogialli dovranno provare il matrimonio sotto un altro nome. C’è da seppellire l’ascia di guerra: cinque anni di contrasti tra maggioranza e opposizione. Dalle parti della Mole si moltiplicano gli appelli di economisti, ma anche di uomini e donne di cultura, spettacolo e sport. Il Pd punta su Stefano Lorusso, capogruppo uscente in consiglio comunale, ma considerato “indigeribile” da Appendino.

In alternativa ci sarebbe sempre Mario Saracco, rettore del politecnico, che non dispiace ai grillini, ma sarebbe una sconfessione per i dem locali. Boccia andrà a Torino per parlare con la sindaca: al momento manca una soluzione e soprattutto un percorso unitario (le primarie, ovvio).

Nel dubbio, però, il candidato del centrodestra Paolo Damilano è ovunque con i suoi manifesti: la sua campagna elettorato è partita a febbraio, nonostante il poco entusiasmo di Forza Italia. Più semplice, almeno in teoria, la partita di Bologna: qui il M5s non potrà fare altro che accodarsi con il centrosinistra al momento di presentare le liste.

I grillini non correranno alle primarie e non proveranno questa volta la volata solitaria dopo il ko delle ultime regionali in cui vinse a mani basse Stefano Bonaccini, senza il Movimento. Il Pd di Roma a Bologna fa il tifo, come successore di Virginio Merola, per l’assessore Matteo Lepore. Ma come si sa l’altro giorno Matteo Renzi ha messo lo zampino sul match, lanciando la candidatura di una donna: Isabella Conti, sindaca di Iv a San Lazzaro. Lei dice che “ci sta pensando”, ma non vorrebbe passare per le primarie. Dal Nazareno spiegano invece che la strada sarà proprio quella dei gazebo.


Boccia ha in mente di fare un salto anche a Napoli per parlare con Antonio Bassolino: o’ Viceré ci riprova, ha confessato anche al Foglio, che vuole mettersi in discussione, dopo aver chiuso una lunga e tormentata fase giudiziaria (diciannove processi, diciannove assoluzioni).

La sua presenza in campo è il vero ostacolo all’unico accordo Pd-M5s: la candidatura di Roberto Fico. Il presidente della Camera aspetta che tutte le possibili mine siano dissotterrate. Anche perché c’è un altro Viceré che dovrà esprimersi: Vincenzo De Luca, governatore della Campania e storicamente non proprio il miglior amico del Movimento 5 stelle. E ovvio che Boccia dovrà cercare di mediare anche con lui.

L’ex ministro fa da cerniera dunque tra i territori e i vertici di Pd e M5s. E proprio con Conte ha conservato la consuetudine e l’amicizia coltivate a Palazzo Chigi. Ma nemmeno questo rapporto speciale potrebbe aiutarlo a chiedere la più importante delle partite: le elezioni a Roma. Anche ieri Carlo Calenda, leader di Azione, ha ribadito che non si ritirerà dalla sfida anche davanti all’impegno di Nicola Zingaretti. E anche ieri Nicola Zingaretti ha ribadito che non è interessato a correre. C’è Roberto Gualtieri, però. Con la possibilità di primarie di centrosinistra (classico) tra fine maggio e i primi di giugno. Manca quasi due mesi, ma non basteranno a Conte per convincere Virginia Raggi a farsi da parte. Date, mappe e difficoltà tutte ben chiare a Boccia, l’esploratore pronto a inoltrarsi nei territori impervi della nuova alleanza. Non è il problema di Milano, dove la riconferma di Beppe Sala a Palazzo Marino, non passa dal Pd, che dovrà solo attrezzarsi per costruire una buona lista di sostegno al sindaco verde