E' la prima cittadina di San Lazzaro, cavallo di razza nella scuderia renziana ma "donna di sinistra". Letta? "Mi riconosco nelle sue parole su progressismo e riformismo". Le Sardine? "Nessuna preclusione". Il M5s? "Qui in Emilia non dobbiamo temere il confronto"
Si dice “onorata” perché sa che certo non può dirsi stupita. Non fino in fondo, almeno. “Diciamo che Matteo da tempo pensa che dovrei impegnarmi per Bologna, e non è il solo da queste parti”. Isabella Conti parla con la voce di chi s’è ritrovata al centro della contesa politica quasi malgré soi. Renzi ha puntato su di lei, l’ha proposta a Enrico Letta come candidata sindaco di Bologna per il centrosinistra. E lei, ora, ci dice che “vuole rifletterci”. Vuole farlo, aggiunge, “perché in tanti amici bolognesi me lo stanno chiedendo, e sarebbe irrispettoso sottrarmi a priori a queste richieste”. Del resto la Conti, classe ’82, come si amministra lo sa. E come si ottiene consenso anche, a giudicare da quell’81 per cento con cui nel 2019, al termine del suo primo mandato, è stata riconfermata alla guida del comune di San Lazzaro di Savena, 33 mila abitanti a dieci chilometri dalla Due Torri.
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