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editoriali

Conta di più chi fa, non chi parla

redazione

Addio pragmatismo. I ministri del Pd si notano solo per le beghe nel partito

Si discute molto su chi eserciti un ruolo preminente nell’esecutivo di Mario Draghi, ma il confronto tra centrodestra e centrosinistra non può essere misurato con i criteri classici dell’influenza politica, proprio per il carattere particolare del governo. Conta di più chi dimostra di sapere e volere “fare”, e su questo piano emergono, almeno a considerare i fatti di queste poche settimane, Giancarlo Giorgetti e Renato Brunetta. Giorgetti si è messo a lavorare sulle crisi aziendali e sulla disponibilità di vaccini: si può discutere dell’operazione legata a quello russo, ma è comunque un fatto. Brunetta ha agevolato il nuovo patto sociale nella Pubblica amministrazione, ha definito il quadro dei rapporti sindacali e degli obiettivi di miglioramento dell’efficienza e si appresta ad affrontare i rinnovi contrattuali che sono stati lasciati marcire per un periodo insostenibile. Naturalmente si vedrà se i risultati finali saranno all’altezza dell’impegno, ma per ora i segnali vanno nel senso di una presenza fattiva e operativa di questi ministeri, mentre dei ministri del Partito democratico si parla quasi solo per il loro ruolo di capi delle correnti che devono risolvere la crisi di vertice del partito.

 

Ci sarà tempo per recuperare, ma l’impressione che sull’ordine delle priorità nel centrodestra (o forse solo tra i ministri del centrodestra) vengono prima i fatti, cioè una visione pragmatica dei problemi del paese è abbastanza chiara. In un governo di programma senza perimetro politico predefinito conta di più chi fa di più e meglio, non chi proclama la propria centralità o insiste sulla continuità del suo impegno attuale con quello nel governo precedente. Peraltro il traino pragmatico nel governo può contribuire anche a far pesare di più all’interno dei singoli partiti l’esigenza di rispondere ai problemi reali qui e ora, che è la strada per uscire dalle contraddizioni di politiche declamatorie, a destra, e autoreferenziali, a sinistra.

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