McKinsey e Mef. Così, a Bruxelles, la sinistra del Pd s'intesta l'opposizione al governo Draghi

Nel giorno in cui Libertà e giustizia lancia l'appello contro la deriva antidemocratica dell'esecutivo Draghi, lo zingarettiano Cozzolino chiede ai suoi connazionali presenti nell'Europarlamento denunciare il rischio di conflitto d'interesse legato alla consulenza di McKinsey con Via XX Settembre

Valerio Valentini

L'eurodeputato dem Andrea Cozzolino chiede a tutti i suoi colleghi italiani di firmare un'interrogazione per chiedere alla Commissione se la collaborazione con società di consulenza sia compatibile con la tutela degli interessi Ue

E se la consulenza di McKinsey al ministero dell’Economia fosse incompatibile con la tutela degli interessi dell’Unione europea? Se si configurasse un caso di conflitto d’interesse? Uno se le aspetterebbe, magari, da un meloniano duro e puro, o magari da un ex grillino, delle domande del genere. E invece a squadernare in Europa il supposto scandalo (che scandalo non è) della collaborazione di McKinsey col governo italiano è il Pd. Partito che, del governo in questione, è uno dei sostenitori. A intestarsi l’iniziativa, nella fattispecie, è il dem Andrea Cozzolino, europarlamentare napoletano che nel 2015 si rese famoso come sfidante di Vincenzo De Luca per le primarie in Campania. E’ lui che, nelle scorse ore, ha inoltrato a tutti i “carissimi colleghi” italiani eletti nel Parlamento di Bruxelles, senza distinzione di appartenenza politica, un’e-mail per chiamarli a raccolta sul fronte della difesa dell’autonomia delle pubbliche amministrazioni del continente. No pasaran!

 

“Di recente, diversi media hanno riportato che alcuni stati membri, come l’Italia, si stanno avvalendo di aziende private di consulenza strategica per supportare le attività propedeutiche alla presentazione dei piani nazionali di ripresa e resilienza previsti dal Recovery and Resilience Facility nell’ambito di Next Generation Eu”: inizia così l’appello di Cozzolino per chiedere ai suoi connazionali di firmare un’interrogazione da presentare entro le otto di domani sera, orario indicato come termine ultimo per la condivisione dell’atto. E questo nonostante, come lo stesso Cozzolino riconosce, il governo italiano abbia “già chiarito che il processo decisionale di programmazione del PNRR rimane in capo alle amministrazioni pubbliche”.

 

E dunque, ecco il cuore dell’interrogazione.   

 

Considerato, tuttavia, che il coinvolgimento di aziende private, con diffusi interessi economici e finanziari, espone al rischio di conflitti d’interesse a danno dell’Unione;

Considerato, inoltre, che tali aziende, prestano la loro opera anche presso Stati terzi, esponendo l’Unione e i suoi Stati membri al rischio di utilizzo improprio di informazioni strategiche;

Può la Commissione:

1) Garantire che il processo decisionale di programmazione dei Pnrr anche per tutti gli altri Stati membri sia effettivamente in capo alle amministrazioni pubbliche?

2) Chiarire se ritiene il coinvolgimento di aziende private di consulenza strategica nell’ambito dell’attività propedeutiche alla presentazione dei Pnrr sicuro e compatibile con la tutela degli interessi Ue?

3) Rendere noto se anche la Commissione europea si avvale o intende avvalersi della consulenza di aziende private nell’ambito dell’implementazione di Next Generation Eu?

 

E così, nel giorno in cui la brigata Zagrebelsky di Libertà e Giustizia lancia un appello per denunciare il rischio di deriva antidemocratica rappresentata dal governo Draghi e denuncia “l’imboscata” subita da Giuseppe Conte, ecco che Cozzolino, esponente ex diessino del Pd, ora esponente di quell’ala zingarettiana del partito che non poco rimpiange la perduta leadership del fu avvocato del popolo, s’intesta una battaglia in Europa volta a denunciare i possibili guai legati alla collaborazione di McKinsey col Mef. Il tutto nonostante il ministro Daniele Franco abbia già chiarito la natura di quella collaborazione. Il tutto, peraltro, nonostante anche lo stesso governo Conte II facesse ricorso a società di consulenza per l’elaborazione di piani industriali e riforme.

  • Valerio Valentini
  • Nato a L'Aquila, nel 1991. Cresciuto a Collemare, lassù sull'Appennino. Maturità classica, laurea in Lettere moderne all'Università di Trento. Al Foglio dal 2017. Ho scritto un libro, "Gli 80 di Camporammaglia", edito da Laterza, con cui ho vinto il premio Campiello Opera Prima nel 2018. Mi piacciono i bei libri e il bel cinema. E il ciclismo, tutto, anche quello brutto.