Il generale Francesco Paolo Figliuolo (Ansa) 

Saverio ma giusto

A la guerre!

Saverio Raimondo

Speriamo che la campagna di vaccinazione non finisca come quella in Russia

 

Ora che il Commissario all’emergenza Covid non è più Domenico “Straordinario” Arcuri ma un generale di Corpo d’armata (la nomina pare sia figlia non solo del pragmatismo di Draghi, ma anche dello slogan pacifista: “Mettete un Pfizer nei vostri cannoni”), è legittimo aspettarsi una militarizzazione della campagna vaccinale. Certo, va detto che l’esercito italiano non vince una guerra dal 1918; ma fa piacere sapere che gli sia stato affidato un compito un minimo più gratificante del fare sorveglianza alle fermate della metropolitana o da spartitraffico nelle vie dello shopping come nei ruggenti anni della minaccia terroristica dell’Isis. Certo, non vanno ripetuti gli errori del passato: niente proclami del tipo “Spezzeremo le reni al Covid”, niente sottovalutazione del nemico inglese (o brasiliano, o nigeriano, o sudafricano…), niente campagna di Russia – benché vaccinale.

 

Anche l’idea di una “guerra lampo” al virus, nonostante sia allettante dal punto di vista delle tempistiche, storicamente non ha mai portato nulla di buono. Qui ci vuole il giusto equipaggiamento, e molta strategia. Il sottoscritto non ha mai giocato a Risiko, ed essendo nato nel 1984 sono anche milite esente; ma provo comunque a mettere giù nero su bianco un paio di intuizioni militari che ho avuto al quarto gin tonic su come usare al meglio l’esercito in questo delicato compito di vaccinarci tutti. In primis, il rastrellamento casa per casa può essere una buona tattica, così le persone non devono uscire per recarsi in caserma a farsi vaccinare ma li vanno a scovare direttamente i soldati buttandoli giù dal letto alle prime luci dell’alba, cogliendo intere famiglie di sorpresa; poi si fanno mettere tutti in fila contro un muro e senza tante cerimonie gli si spara il vaccino intramuscolo.

 

Forse è un metodo un po’ ruvido e vigliacco, ma à la guerre comme à la guerre. Oppure un classico: vaccinazione di trincea. Si scavano dei fossi per la strada e mano a mano che la gente ci casca dentro la si inocula. O ancora: coinvolgere l’aeronautica e vaccinare a grappolo, o con i droni come fanno gli americani – dopo le siringhe di precisione, quelle intelligenti. E si potrebbe anche istituire la legge marziale contro le case farmaceutiche che non rispettano gli accordi. Nonché rispolverare le maschere anti gas della Prima Guerra Mondiale – sempre meglio di quelle truffa Made in China. Poi però bisognerà pensare a un’altra emergenza: il reinserimento nella società dei reduci dalla campagna italiana di vaccinazione.

 

Il generale Francesco Paolo Figliuolo e i suoi uomini dovranno combattere contro medici obiettori, gente scettica o ignorante, se non addirittura contro eserciti di negazionisti e di No vax: veri e propri kamikaze che conducono una guerra di logoramento molto efficace. Non dovrà mancargli il nostro sostegno, specie psicologico. Se poi la campagna militare di Draghi dovesse fallire, sui vaccini non ci resta che affidarci ad Amazon: grande capacità logistica e di magazzino, tempi rapidi di consegna, Prime alle categorie fragili, e intanto che aspetti la seconda dose hai l’abbonamento gratis ad Amazon Video.

Di più su questi argomenti: