(foto Ansa)

Roberta Lombardi sullo sfondo?

Quell'idea di un assessore grillino per Zingaretti

Un'ex avversaria che è ancora nemica del sindaco Raggi, e dialoga da tempo con il Pd

Marianna Rizzini

Il segretario pd e governatore del Lazio vuole rinforzare a livello locale l'alleanza Pd-Cinque stelle (non più unanimemente approvata nel partito). Ma in chiave anti-Raggi (come vogliono i "lombardiani")

Roma. Un’ex avversaria. E un’attuale (e antica) nemica interna di Virginia Raggi. Sono la stessa persona: Roberta Lombardi. Già concorrente elettorale del presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti e già punto di riferimento dei Cinque Stelle anti-Raggi locali. E però da qualche giorno – e precisamente da quando Alessandra Sartore, storica assessore al Bilancio della Regione Lazio, è entrata nel governo Draghi come sottosegretario al Mef – proprio Lombardi, che da anni dialoga con la regione zingarettiana, è oggetto e soggetto di uno scambio biunivoco di pensieri che vanno in un’unica direzione: rinforzare anche plasticamente l’alleanza Pd-Cinque stelle, precisamente con un possibile assessore grillino, nonostante l’alleanza stessa, all’interno del Pd, non sia desiderio unanime (anzi). E nonostante il Pd, a Roma, Zingaretti in testa – per non dire di  Goffredo Bettini – abbia ribadito il suo “no” secco all’idea di sostenere anche alla lontana un bis della sindaca uscente e ricandidata. E però Zingaretti, accerchiato nel partito, nel Lazio da lui governato vuole fare quello che nel Pd non è più vista come unica via vincente: scommettere tanto più su un assetto rosso-giallo (“non vorremmo ritrovarci come Matteo Renzi nel 2018, con il Pd al 18,7 per cento?”, dicono in ambienti vicini al governatore-segretario).

 

Ma la “linea laziale”, come la definisce un esponente non zingarettiano del Pd, “ha un limite: non tiene conto della crisi a Cinque stelle che potrebbe trascinare con sé anche noi, come un Re Mida al contrario”. Ma il segretario crede alla svolta moderata di Luigi Di Maio. E, a Roma, il fatto che Lombardi sia da molti anni identificata come colonna di riferimento degli anti-Raggi – al punto che il sindaco, nel 2018, la invitava sarcasticamente a rompere con Zingaretti, considerandola troppo morbida con il Pd – aiuta a rinforzare il concetto. Della serie: non ci si troverà in seconda fila dietro al sindaco che non vuole fare il bis, da anni si fa opposizione a Raggi in Comune. Questo l’auspicio, e però in mezzo c’è la realtà di una campagna elettorale locale che stenta, dal lato Pd, a galoppare verso la sicurezza del grande nome. Roberto Gualtieri non ha sciolto la riserva, tanto che negli ultimi giorni, complice la prospettiva del congresso, c’è chi, nel Pd, ha rilanciato come miraggio l’ipotesi (smentita più volte) di un segretario che corre da sindaco. Tra i Cinque stelle lato Lombardi, intanto, si ricorda quando “Raggi definiva la candidatura di Roberta alla Regione Lazio una ‘candidatura come tante’ che andrà votata’ ”. Ragione in più per entrare in giunta con il Pd?
 

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  • Marianna Rizzini
  • Marianna Rizzini è nata e cresciuta a Roma, tra il liceo Visconti e l'Università La Sapienza, assorbendo forse i tic di entrambi gli ambienti, ma più del Visconti che della Sapienza. Per fortuna l'hanno spedita per tempo a Milano, anche se poi è tornata indietro. Lavora al Foglio dai primi anni del Millennio e scrive per lo più ritratti di personaggi politici o articoli su sinistre sinistrate, Cinque Stelle e populisti del web, ma può capitare la paginata che non ti aspetti (strani individui, perfetti sconosciuti, storie improbabili, robot, film, cartoni animati). E' nata in una famiglia pazza, ma con il senno di poi neanche tanto. Vive a Trastevere, è mamma di Tea, esce volentieri, non è un asso dei fornelli.