Dopo la giravolta
Salvini alla prova di una complicata disintossicazione chiamata Draghi
Il presidente del Consiglio dice “euro irreversibile” e il leghista applaude. Come Totò quando prendeva gli schiaffi
Draghi gli dice che l’euro è “irreversibile”, e lui risponde che “Draghi ha sempre ragione”. Quello gli dice che non si farà la flat tax, bandiera leghista, che la fiscalità deve restare progressiva. E lui esulta: “La Lega c’è”. Poi gli dice pure che il sovranismo è roba da baluba perché “non c’è sovranità nella solitudine”. E lui applaude. “Ottimo punto di partenza”. E insomma in Senato Matteo Salvini sembrava Totò quando rideva mentre un tale gliele dava di santa ragione chiamandolo “Pasquale”. Quello lo picchiava, e lui incassava e rideva felice perché “tanto io non sono mica Pasquale!”
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- Salvatore Merlo
Milano 1982, vicedirettore del Foglio. Cresciuto a Catania, liceo classico “Galileo” a Firenze, tre lauree a Siena e una parentesi universitaria in Inghilterra. Ho vinto alcuni dei principali premi giornalistici italiani, tra cui il Premiolino (2023) e il premio Biagio Agnes (2024) per la carta stampata. Giornalista parlamentare, responsabile del servizio politico e del sito web, lavoro al Foglio dal 2007. Ho scritto per Mondadori "Fummo giovani soltanto allora", la vita spericolata del giovane Indro Montanelli.