caos a cinque stelle

C'è tensione nel M5s, ma "non ci sarà nessuna scissione", dice il deputato Silvestri

Roberta Benvenuto

"Quanto più nell'esecutivo c'è una forza diversa e lontana da noi, come Forza Italia, tanto più dobbiamo essere presenti per fare valere i nostri numeri", dice Francesco Silvestri sul dibattito in corso nel Movimento tra l'ala governista e i dissidenti

"Proprio perché in questa maggioranza ci sono forze a noi avverse, come Forza Italia, dobbiamo esserci per incidere sulla gestione del Recovery", dice il deputato del M5s Francesco Silvestri. I grillini sono in piena crisi esistenziale, il partito è diviso tra l'ala governista e i dissidenti, tra chi vuole appoggiare o meno il nuovo esecutivo a guida Draghi. Pesano soprattutto i soli quattro posti rimediati nel nuovo governo. Ma per Silvestri si tratta di un "giusto dibattito" mentre non vede un rischio scissione nel M5s.

 

"C'è una discussione giusta e profonda in atto nel M5s, che ha visto la perdita del premier Giuseppe Conte per dei giochi di Palazzo", dice Silvestri. "E poi c'è un governo di unità nazionale, con forze agli antipodi del Movimento, come Forza Italia. Speriamo che al termine di questa discussione ci siano meno perdite possibili ma non credo ci sia un vero rischio scissione. La rete, gli iscritti al M5s si sono espressi su Rousseau e l'indicazione politica è chiara. Mi auguro che i miei colleghi capiscano che quanto più nell'esecutivo c'è una forza diversa e lontana da noi, tanto più dobbiamo essere presenti e fare valere i nostri numeri". È un momento di passaggio per il M5s, insomma. "Siamo qui per incidere, non per dare messaggi ideologici", aggiounge il deputato grillino. "C'è una crisi incedibile, si stanno riprogrammando le future politiche industriali del paese e e il Movimento dev'esserci a prescindere. Non possiamo mancare questo appuntamento". Quali sono davvero i numeri del dissenso all'interno del M5s? "C'è un dibattito in corso e non è salutare parlare di numeri. C'è qualcuno che ha veti sulla partecipazione di altre forze politiche e qualcuno anche sul nome di Draghi. Posso dire che si parla di 70, 80 persone ma le cose stanno diversamente: sono molte meno e sono sicuro che il dibattito farà rientrare gran parte del dissenso".